lunedì 9 gennaio 2017

Recensione: Great Mazinger (Il Grande Mazinga; Il Grande Mazinger)

GREAT MAZINGER
Titolo originale: Great Majinga
Regia: Tomoharu Katsumata
Soggetto: Go Nagai
Sceneggiatura: Keisuke Fujikawa, Susumu Takaku, Toyohiro Ando
Character Design: Keisuke Morishita
Mechanical Design (non accreditato): Go Nagai, Ken Ishikawa, Masaru Inago, Shinobu Kaze, Makoto Muramatsuri, Shunichi Takanashi, Tatsuya Yasuda, Shige Takeshima
Musiche: Michiaki Watanabe
Studio: Toei Animation
Formato: serie televisiva di 56 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1974 - 1975
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video


La fine delle ambizioni del dott. Hell sembrava aver finalmente regalato la pace al Giappone e al mondo, ma, come sappiamo, le cose non sono affatto andate così. È riaffiorato dagli abissi della Storia il mitologico Impero di Micene con il suo enorme esercito: agli ordini del misterioso Imperatore delle Tenebre e del suo braccio destro, il minaccioso Generale Nero, i micenei si preparano a mettere a ferro e fuoco la Terra per conquistarla. L'ultima speranza dell'umanità risiederà ancora una volta nel Giappone, ma non saranno nè Mazinger Z, ormai inservibile, nè Koji Kabuto, stabilitosi in America, ad affrontarli: il gravoso compito spetterà invece al nuovo, potentissimo Great Mazinger pilotato da Tetsuya  Tsurugi, orfano addestrato fin dalla tenera età all'arte della guerra. A guidarlo e supervisionare le sue battaglie sarà un redivivo Kenzo Kabuto, padre di Koji, insieme allo staff della Fortezza delle Scienze.

Nonostante gli ascolti stellari e i gadget venduti a oceani, nel 1974 Mazinger Z (1972) chiude le sue trasmissioni dopo 92 episodi, stupendo lo stesso Go Nagai che era già occupato a ideare nuove avventure e soprattutto nuovi avversari1. A deciderlo è lo sponsor2, per ragioni che non sono ancora note. L'ordine è comunque di mandare avanti la vicenda: l'autore si limita perciò (come conferma personalmente3) a potenziare gli elementi vincenti del predecessore mantenendo intatta la base, rendendo il nuovo Mazinger ancora più "grande" (dai lottatori di catch Great Togo e Great Kusatsu viene dunque fuori il nome Great Mazinger4), potente e dotato di nuove incredibili capacità offensive, al contempo inventando nemici ancora più variegati e temibili ("fortissimi se paragonati ai mostri di Hell", dice5), in questo caso introducendo i 7 generali delle armate micenee dagli aspetti fisici stravaganti (spettri, romani, insetti, e chi più ne ha più ne metta) che rispecchiano quello dei loro eserciti. Nasce ufficialmente Great Mazinger, che sarà nuovamente ripartito in un lungo anime da 56 episodi e manga disegnati in contemporanea (due, uno mediocre e velocissimo ma dai toni adulti e tenebrosi a opera dello stesso Nagai, nettamente diverso dal cartone, e l'altro più infantile e fedele all'anime, più articolato e anche a mio modo di vedere maggiormente completo e dai toni talvolta molto seri, a cura del "solito" Gosaku Ota). Fedele alla regola del "cambiare tutto affinché non cambi niente", la serie si ritrova nuovi protagonisti (Tetsuya, il professor Kabuto e Jun Hono, vecchia amica d'infanzia di Tetsuya che fa le veci di Sayaka, anch'essa finita in America, e che come lei guida un mecha "femminile", Venus A, mai utile in battaglia) con le vecchie glorie a fare da supporto (Shiro Kabuto e Boss e i suoi tirapiedi, sì anche in questa serie a Boss Borot è riservato uno spazio preponderante!), ma al di fuori dall'apparenza tutto rimane assolutamente identico a prima, in primis i legami tra i personaggi e le atmosfere.

Già da questa premessa, chi legge può bene immaginare il mio giudizio nuovamente per nulla entusiasta: cambiano gli attori, cambia anche un po' il peso della continuity (come si vedrà), ma la solfa rimane più o meno identica. Combattimenti a non finire pieni di stereotipi (Venus A che affronta per prima il nemico ed  è immediatamente sconfitta e salvata da Great Mazinger) che portano avanti lentissimamente la trama (più di prima, ma parliamo pur sempre di un mortuorio), largo spazio dedicato a umorismo di lega infantile (i lunghi siparietti con Boss e Boss Borot, spesso da soli occupano mezza puntata, con l'altra metà occupata da infinite battaglie), tokusatsu e sfiancanti rituali at their best e nessuna concessione a un minimo di profondità psicologica in buoni e cattivi. Insomma, come il predecessore, Great Mazinger è una serie ferocemente per bambini, in tutto e per tutto, con ben pochi elementi stimolanti per un pubblico che guarda in senso acritico la serie. E, sempre come Mazinger Z, Great Mazinger è tecnicamente di un vistoso medio/low budget, con animazioni sufficienti ma disegni di robot e personaggi nuovamente sgraziati e poco attraenti (purtroppo Kazuo Komatsubara era impegnato sul contemporaneo Getter Robot). Ci si consola giusto con le consuete idee visive nei fondali, che come in tutti i robotici nagaiani del periodo trovano intriganti colorazioni e motivi pittorici, per nulla realistici ma di un certo spessore artistico. Lascio tuttavia immaginare il piacere di sorbirsi un'altra cinquantina di episodi di questo tenore, più o meno immutati in contenuti e spirito rispetto ai 92 che li hanno preceduti.


Il fato, tuttavia, è bizzarro: anche se registrerà altre ottime vendite di giocattoli6 e ascolti che oggi qualsiasi anime si sogna (25% medio7), alla fine anche Great Mazinger finirà interrotto in anticipo sui tempi dallo sponsor8 (pur dopo "sole" 56 puntate), con un finale decisamente improvviso che lascerà addirittura aperto qualche interrogativo (ad esempio il fato de l'Imperatore delle Tenebre, a cui risponderà il manga di Ota di Ufo Robot Grendizer). Motivo? Viene da ridere, poiché evidenzia in modo impietoso quanto fossero ancora ingenui i tempi: quando il pubblico, reputando l'animazione del periodo (ed era vero) a uso esclusivo dei bambini, si lamentava che la serie era troppo cupa e il protagonista, Tetsuya, eccessivamente "adulto"9. Sembrerà incredibile, pensando alle infinite, lunghissime puntate dedicate alle gag di Boss e dei suoi amici (tra cui un demenziale corvaccio parlante che sarà più di una volta risolutivo per la vittoria dei buoni), presenti in numero ben maggiore rispetto a Mazinger Z, o all'osceno Robot Junior guidato da Shiro e armato di una gigantesca mazza di baseball (!), il cui design è inventato da un giovanissimo fan sulla base di un concorso della rivista TV Magazine organizzato dai produttori10, ma sui telespettatori nipponici deve evidentemente aver fatto molta presa l'oggi risibile spazio dedicato a tratteggiare la personalità fredda, violenta e distaccata dell'eroe Tetsuya. Classico "samurai solitario" e cinico che ama starsene da solo a farsi gli affari suoi, che vede la guerra coi micenei come una missione/vocazione e rifiuta con sdegno ogni agio o frivolezza, l'eroe della serie in verità, inquadrato con occhi moderni, non gode neanche di chissà che originale caratterizzazione, dimostrandosi non tanto diverso dagli spartani "antieroi" che già si vedevano in altri anime: questo suo atteggiamento lo rende molto meno vitale e appariscente del predecedente Koji, tanto da farlo sembrare quasi un attore in secondo piano, il cui apporto in ogni puntata consiste solo nel salire nel mecha e uccidere il nemico al termine di una lunga battaglia (idealmente, l'avventura della settimana è interpretata da qualcun altro, di solito Boss, Shiro o Jun). Bisogna pure segnalare che i ripetuti tentativi, da parte degli sceneggiatori, di renderlo più umano in diverse avventure, anche quelle riuscite (la mia preferita è la 36, "Risorgi! L'amore che supera l'odio"), finiscono invece con lo snaturarlo pesantemente: come si può prendere sul serio un uomo che dice di essere nato per combattere fino alla morte e che vive solo per quello, che poi si rifiuta di salire sul robot o lo pilota malissimo - come se non gliene importasse nulla - sulla base di problemi personali non particolarmente grossi o antipatie verso una qualche persona? Povera razza umana! Eppure, gli (isolati) episodi dedicati a tratteggiare i drammi della sua vita (ovviamente affrontati con piglio così esageratamente tragico e teatrale da far oggi sorridere) o quelli della sua amica Jun (la famosissima puntata 19 ispirata a un episodio del corrispettivo manga di Ota, "Neve tingiti di un nuovo ardore!", focalizzata sui suoi complessi per la pelle meticcia) devono avere lasciato un segno tale da aver fatto percepire l'opera come più "adulta" di quanto effettivamente sia. Sarà anche per questo che a un certo punto si deciderà di "ringiovanire" l'aspetto fisico di Tetsuya e la sua età (da 22 a 18 anni), a partire proprio dallo stesso citato episodio 19, per permettere una maggior identificazione tra lui e il pubblico giovane11.

È invece un oggettivo passo in avanti la maggiore continuity tra le puntate, per quanto quasi impercettibile vista l'onnipresente, sfiancante ripetitività delle situazioni. In Great Mazinger succede qualcosa di nuovo praticamente ogni 2/3 episodi: presentazione o eventuale morte di nuovi alleati, numerosi power up che rendono sempre più potente il mecha titolare, nuovi robot che ingrossano le fila dei buoni, l'esercito di Micene che si ritrova un numero sempre maggiore di nuovi generali o ufficiali, un cattivone importante che muore a metà serie, un altro resuscitato da Mazinger Z, la sottotrama di Shiro che ha nostalgia della sua famiglia e del dott. Kenzo che non vuole dirgli essere suo padre, quella di Tetsuya e di Jun che non riescono a trovare il loro posto al mondo perché orfani, il ritorno a un certo punto di Koji e Sayaka e del Mazinger Z, qualche avventura particolarmente drammatica in due parti... Accadono obiettivamente molte più cose nei 56 atti di Great Mazinger che nei 92 precedenti e si nota il tentativo di variare il più possibile la solfa sfruttando in modo creativo anche i poteri e le trappole dei sette generali d'armata di Micene (belli i rarissimi episodi che vertono sulla magia nera e le fatture del demoniaco Hardias!), ma poco da fare se la noia, per un pubblico critico, rimane pressoché infinita e non è aiutata dalla modesta cornice grafica e tecnica del prodotto. Great Mazinger, a dispetto della sua popolarità, delle timide innovazioni e di qualche rara puntata davvero epica o ben fatta, è un altro anime cult che oggi semplicemente ha smesso di lasciare il segno.


In Italia Great Mazinger è trasmesso nel 1979 su TeleMilano/Canale 5, con un adattamento ovviamente impreciso e facilotto che ha però il merito, non scontato, di mantenere intatti (rispetto alle brutture Rai viste in Ufo Robot Grendizer che si vedranno anche poi nel 1980 in Mazinger Z) i veri nomi dei personaggi e lasciare spesso inalterato quantomeno il senso delle frasi giapponesi. Poteva andare meglio, ma anche molto peggio. Ad oggi, l'unica versione ufficiale home video di Great Mazinger rilasciata in Italia consiste nei DVD Yamato Video usciti in allegato con la Gazzetta dello Sport, nel 2015, contenenti anche sottotitoli fedeli ai dialoghi originali.

Voto: 5 su 10

PREQUEL
DevilMan (1972-1973; TV)
Mazinger Z (1972-1974; TV)
Mazinger Z contro DevilMan (1973; film) 
Mazinger Z: Appare Ghost Mazinger (1974; film)
Mazinger Z contro Dr. Hell (1974; film)
Cutie Honey (1973-1974; TV)
Cutie Honey (1974; film)
Getter Robot (1974-1975; TV)
Getter Robot (1974; film)

SIDE-STORY
Great Mazinger contro Getter Robot (1975; film)

SEQUEL
Getter Robot G (1975-1976; TV)
Great Mazinger contro Getter Robot G: Violento scontro nei cieli (1975; film)
Ufo Robot Grendizer (1975-1977; TV)
Ufo Robot Grendizer (1975; film)
Ufo Robot Grendizer: Confronto al rosso sole del tramonto (1976; film)
Ufo Robot Grendizer contro Great Mazinger (1976; film)
Great Mazinger, Getter Robot G e Ufo Robot Grendizer contro il Dragosauro (1976; film)


FONTI
1 Go Nagai, "Go Museum", "Il Grande Mazinger (Parte 1)", d/visual, 2007
2 Come sopra
3 Come sopra
4 Come sopra
5 "Go Museum", "Il Grande Mazinger (Parte 2)"
6 "Go Museum", "Il Grande Mazinger (Parte 3)"
7 Francesco Prandoni, "Anime al cinema", Yamato Video, 1999, pag. 63
8 Vedere punto 6
9 Mangazine n. 23, Granata Press, 1993, pag. 40-41. Confermato anche da "Go Museum" ("Il grande Mazinger Parte 3")
10 Come sopra
11 Mangazine n. 23, pag. 41

2 commenti:

Acromio ha detto...

Aspetto con una curiosità pari a quella di un fagiano che scopre internet (cit.) una recensione su Grendizer.

Elfoscuro ha detto...

Cmq resta il mio preferito della serie sia come design che come pilota. Va beh neanche da menzionare la bellissima Ore Wa Great Mazinger. Grazie come sempre per le vostre recensioni, il punto di vista soggettivo è sempre ben accolto, aiuta nella visione d'insieme.

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