giovedì 24 ottobre 2013

Recensione: Godannar!! Divina Unione Spirituale II

GODANNAR!! DIVINA UNIONE SPIRITUALE II
Titolo originale: Shinkon Gattai Godannar!! Second Season
Regia: Yasuchika Nagaoka
Soggetto: Yasuchika Nagaoka, AIC
Sceneggiatura: Hiroyuki Kawasaki
Character Design: Takahiro Kimura
Mechanical Design: Masahiro Yamane
Beast Design: Kyoma Aki
Musiche: Chuumei Watanabe
Studio: AIC, Oriental Light and Magic
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2004


Non si riesce, pur con con tutte le critiche positive coltivate dalla prima serie, a non reputare nel complesso Godannar un'occasione sprecata, metaforicamente un enorme palloncino che inizia lentamente a sgonfiarsi sempre, sempre di più, una buona storia che getta alle ortiche parte sostanziosa del suo potenziale nel suo secondo atto.

La prima stagione, fresca, accattivante, si fa ricordare per il suo cast enorme di personaggi mediatamente caratterizzati, per la sua atipica coppia di eroi alla guida del robottone che dà titolo all'opera, per le storie d'amore e misteri che vivacizzano un'altresì ordinaria storia robotica vecchio stampo. E poi il fanservice ecchi, le belle musiche, le sigle scoppiettanti, la narrazione corale... c'è tutto quello che basta a far passare piacevolmente il tempo della sua durata, tanto che nell'ultimo episodio si accresce l'entusiasmo per una seconda serie che chiuderà le mille sottotrame aperte. Speranze che sono però disattese l'anno dopo, nel 2004, con i 13 episodi finali che invece di approfondire il rapporto turbolento fra i due sposini protagonisti principali, invece di focalizzare meglio l'attenzione sulle domande irrisolte, invece di caratterizzare in modo più marcato i personaggi davvero principali (spesso non al doveroso centro dell'attenzione visto il focus su quelli secondari), si limita a ridire pressoché tutto quello già detto.

Continuiamo, quindi, a puntare i riflettori su vicissitudini (perlopiù amorose) di attori non necessari ai fini della storia, aumentiamo il tasso rosa con ulteriori love story di cui alcune prive addirittura di sbocco, continuiamo a trattare ai margini della narrazione i misteri sulla Rabid Syndrome, sulle Mimetic Beast etc per spostare l'attenzione su frivolezze varie. La seconda stagione di Godannar divaga ulteriormente, si fa addirittura più corale, spreca oltre metà della durata in facezie che rubano spazio a quell'impianto drammatico/misterioso, a quella fredda coppia di sposini protagonisti e a quel potenziale accumulato che dovevano trovare, almeno stavolta, maggiore spazio. Sopratutto, Godannar liquida nel modo più innocuo e scontato le questioni in sospeso, sciupando nella routine il carisma di più situazioni e personaggi e trattando con superficialità quei pochi twist sulla carta ancora interessanti (per non  rivelare nulla, si può citare l'entrata in scena di un personaggio chiave che avviene, però, giusto nelle tre puntate finali, privo ovviamente della minima cura perché non c'è tempo per parlare di lui). A tutto questo bisogna anche aggiungere come dal punto di vista squisitamente robotico non ci sia nulla di diverso dalla prima stagione: in questa nuova incarnazione, rispetto alla media del genere, mancano sia i consueti power up e sia, malauguratamente, nuovi animazioni, nuove graffiate registiche, nuove sequenze action spettacolari... tutto è puramente basato su sequenze riciclate svogliatamente dal passato, scelta inopportuna che evidenzia la volontà di lavorare al risparmio. Stesso discorso vale per la colonna sonora, retta sulle medesime tracce precedenti: saranno anche accattivanti di loro ma alla lunga, poche come sono, ripetute SEMPRE per 26 episodi di fila, sfiancano.


Vale la pensa salvare le nuove sigle, sempre orecchiabilissime e dinamiche, l'impianto ecchi sempre ben sbandierato e, tutto sommato, la scorrevolezza e il ritmo di narrazione che non vengono mai meno. Sono biglietti di visita però spartani per il seguito di una serie che paventava grandi sviluppi e si risolve in routine e rimpianti, ma questo è Godannar e bisogna tenerselo. Too bad.

Nota: come la prima stagione, anche la seconda è stata annunciata all'epoca dalla defunta Shin Vision e mai distribuita visto il suo fallimento. Quindi una serie che, nonostante goda di un titolo italiano ufficiale, risulta attualmente inedita.

Voto: 6 su 10

PREQUEL

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