mercoledì 4 luglio 2012

Recensione: Demon City Shinjuku - La città dei mostri

DEMON CITY SHINJUKU: LA CITTA' DEI MOSTRI
Titolo originale: Makai Toshi Shinjuku
Regia: Yoshiaki Kawajiri
Soggetto: (basato sul romanzo originale di Hideyuki Kikuchi)
Sceneggiatura: Kaori Okamura
Character Design: Yoshiaki Kawajiri
Studio: Mad House
Formato: OVA (durata 78 min. circa)
Anno di uscita: 1988
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Dynit


La sconfitta dell'eroe Genichirou Izayoi da parte del demoniaco spadaccino Rebi Ra scatena un'apocalisse sulla città giapponese di Shinjuku, radendola al suolo e infestandola di presenze maligne, tanto che essa è subito abbandonata a sé stessa dal governo mondiale diventando un crocevia di mostri e delinquenti. Dieci anni dopo Kyoya, figlio di Genichirou, apprende dal maestro di spada del padre, Aguni Rai, che a breve Rebi Ra ritenterà, come nel decennio precedente, di aprire le porte del mondo a una massiccia invasione demoniaca che porterebbe alla completa distruzione dell'umanità. Aguni non può intervenire poiché sta cercando di impedire la morte del presidente del governo mondiale, colpito da piante stregate inviate da Rebi Ra, ma c'è ancora una speranza: avendo ereditato i poteri dal genitore e la sua bravura nell'arte del Nempo con la spada di legno, Kyoya sembra avere il potenziale per sconfiggere il nemico una volta per tutte. Entra, insieme a Sayaka Rama, figlia del presidente, a Shinjuku con l'obiettivo di uccidere Rebi Ra prima che scateni l'apocalisse, ma dovrà affrontare i suoi emissari peggiori...

L'OVA Demon City Shinjuku - La città dei mostri rappresenta, per Yoshiaki Kawajiri, un passo in avanti nell'affinamento del suo stylish registico, iniziato nel visivamente interessante ma soporifero La città delle bestie incantrici (1987) e che l'anno seguente trova, in un nuovo adattamento dei romanzi horror di Hideyuki Kukuchi (l'omonimo Demon City Shinjuku del 1982, la prima opera letteraria dello scrittore), un deciso crescendo, nonostante il risultato finale ancora si aggiri su livelli qualitativi inferiori alla sufficienza. Abbiamo nuovamente come soggetto una banalità action che non vale la pena commentare, un mero e risibile pretesto per giustificare combattimenti e mostri, ma stavolta, abbandonate le lunghe, estenuanti sessioni di amplessi visti in precedenza (stavolta abbiamo "solo" un tentativo di stupro e una piccola scena di nudo), Kawajiri bene riesce in quest'opera a mettere in luce uno dei suoi più grandi talenti: quello di immergere lo spettatore in una vicenda che fa dell'atmosfera horror e noir, irresistibile, un grande, immenso punto di forza.

Sarebbe facile, certo, umiliare il titolo per le sue mastodontiche ingenuità narrative, per i background e la psicologia nulli di qualsiasi attore (poco dissimili da figure di cartone), per l'impressionante superficialità di setting, situazioni e avvenimenti (Cos'è questo governo mondiale? Perché Rabi se la prende con il presidente? Che razza di poteri hanno i membri della famiglia Izayoi? Come mai il cattivo è diventato tale? Cosa vuol fare Sayaka andando a Shinjuku? A che le serve la sua arma? Perché il treno parte da solo? Quale congiunzione astrale fa ritrovare a Kyoya la spada del padre in quel preciso momento?), per l'inspiegabile senso nella vicenda dell'affascinante personaggio di Mephisto, Dante (di Devil May Cry) ante-litteram (leggendo in giro sembra sia un personaggio ricorrente nei romanzi di Kikuchi, evidentemente usato come guest-star in questo titolo) e per il più vergognoso, affettato scontro finale di ogni era. A conti fatti già l'assunto di partenza è ridicolo: non si può prendere sul serio questo ragazzino che (come viene detto esplicitamente a un certo punto) in due giorni accumula tutta la forza e l'esperienza necessari per vincere che ci ha impiegato suo padre in dieci anni, entrando in una città pericolosissima equipaggiato con una misera spada di legno, ma pazienza, ma sarebbe troppo crudele fare troppo le pulci a un OVA d'azione dalla durata di poco meno di un'ora e venti minuti basato su un tomo di oltre 400 pagine1 (e nel tempo è pure uscito un corposo numero di seguiti, letterari e a fumetti).


Demon City Shinjuku è molto carismatico. Basa tutta l'attrativa sul suo  design, nuovamente (come quello de La città delle bestie incantatrici) avveniristico e realistico, molto avanti per la sua epoca di fine anni '80. Il character design dello stesso Kajiri tocca uno dei suoi apici grazie a personaggi dalle fisionomie pulite e attraenti e dai tratti così giapponesi e al contempo così fighi e virili accompagnati da vestiari incredibilmente cool (Mephisto col suo trench rosso e gli occhi di ghiaccio, Kyoya col tipico abito da studente/teppistello, la bella Sayaka dai lunghi capelli neri e inverosimile ma stuzzicante fiocco rosa in testa), personalità che paiono sbucate fuori dal più ispirato picchiaduro giapponese. Al di là dell'intrigante look degli attori, sono nuovamente i colori a dominare i disegni e a rendere ogni fotogramma così suggestivo: tornano le onnipresenti e sulfuree tinte blu-rosse marchio dell'autore, a loro agio nel rendere tangibile la sensazione di "discesa negli inferi" del generico eroe nella città posseduta. I giochi di luce ancora una volta rendendono stimolanti gli stessi combattimenti, sempre dati da scene d'azione brevi, veloci e serrate, molto raffinate per gusto di inquadrature, fondali molto ben disegnati e animazioni (menzione d'onore la battaglia subacquea dentro una gigantesca "ampolla" d'acqua color rosso fuoco). Le atmosfere piacevolmente tenebrose e decadenti completano il quadro, consegnando agli interessati una brutta storia la cui confezione, portentosa, vale tutta la visione (e gli incassi dell'OVA saranno infatti ufficialmente un successo2, anche se non trovo cifre specifiche).

In Italia, Demon City Shinjuku è editato in VHS negli anni '90 da MangaVideo, con un adattamento estremamente impreciso che cambia il senso di un sacco di frasi e improvvisa dialoghi nelle scene di silenzio. L'opera è stata poi rieditata nel 2006 in DVD da Dynit che, quantomeno, ci ha fatto la grazia di sottotitoli fedeli.

Voto: 5 su 10


FONTI
1 Intervista a Hideyuki Kikuchi pubblicata nella pagina web http://www.digitalmanga.com/blog/615/an-interview-with-hideyuki-kikuchi
2 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 199

2 commenti:

Sam ha detto...

Purtroppo l'infedeltà del doppiaggio italiano credo sia dovuta al fatto che Polygram doppiava basandosi sui copioni inglesi della Manga Video, con tutti i difetti del caso.

Sam ha detto...

Il Dott. Mephisto è protagonista anche di altri racconti di Kikuchi, se non erro.

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