lunedì 2 aprile 2012

Recensione: Neon Genesis Evangelion

NEON GENESIS EVANGELION
Titolo originale: Shin Seiki Evangelion
Regia: Hideaki Anno
Soggetto: GAINAX
Sceneggiatura: Hideaki Anno, Akio Satsukawa
Character Design: Yoshiyuki Sadamoto
Mechanical Design: Ikuto Yamashita, Hideaki Anno
Musiche: Shiro Sagisu
Studio: GAINAX, Tatsunoko Production
Formato: serie televisiva di 26 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1995 - 1996
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Dynit

 
A causa del burrascoso rapporto col padre cinico, Shinji Ikari cresce in modo estremamente schivo e insicuro. Vive in un Giappone del futuro, ricostruito dopo la tragedia del Second Impact che ha distrutto parte del globo, ed è richiamato a Neo-Tokyo 3 proprio dal genitore, a capo dell'organismo militare NERV, che gli svela l'arcano: il ragazzo è uno dei pochi eletti a poter pilotare gli Evangelion, entità robotiche senzienti dalle origini misteriose, per difendere l'umanità dagli attacchi degli altrettanto sconosciuti Angeli...

Il protagonista della storia di Evangelion, Shinji Ikari, è introverso, timido, incapace di comprendere le logiche del mondo adulto e per questo non prova per lui alcuna fiducia. Coi suoi modi di pensare rappresenta perfettamente l'otaku medio della realtà giapponese del periodo, ed è da questo spunto di partenza che va interpretata la serie animata più famosa e controversa del mondo. Neon Genesis Evangelion è salutato ovunque, da critica e pubblico, come l'anime che nel 1995 rivoluziona per sempre l'animazione, fissa la serialità delle serie televisive a 26 episodi, crea nuovi stilemi nel genere robotico e ogni altro genere di amenità. Alla fine è vero, in parte, solo il primo punto: Evangelion propone un nuovo modo di raccontare una storia. Qualcuno direbbe "maturo", altri "intellettuale", altri "intellettualoide": nessuno dei tre è completamente giusto o sbagliato. Con Evangelion, e contando anche La rivoluzione di Utena che esce giusto due anni dopo, si crea una nouvelle vague che colpisce nel segno nell'industria dell'animazione, creando i presupposti per la nascita di un nuovo tipo di storie, quelle formalmente più artisticheggianti che mai dove chiarezza espositiva lascia lo spazio a interpretazione, i ragionamenti dei personaggi alla psicanalisi, la fabula a simbolismi criptici a cui dare forma. Ogni genere artifizio, insomma, possa rendere una visione intellettualmente stimolante o pesante come un macigno. Fuffa o genio? Se ne può discutere. Quello che conta è che l'idolatria mondiale per Evangelion deriva semplicemente dall'ignoranza, in buona fede o meno, riguardo alle opere animate che lo hanno preceduto e da cui il creatore Anno, come sempre è stata prassi di GAINAX fin dai tempi di GunBuster, ammette di aver pescato a piene mani, rielaborandone tratti e idee visive sotto la tranquillizzante voce di "omaggi".

Due sono le chiavi di lettura necessarie per inquadrare Evangelion, il suo senso e il suo fenomeno. La prima è quella di Eva visto come storia fantascientifica, dove in 26 episodi Anno parla delle guerra dell'umanità contro i misteriosi Angeli. Sullo sfondo delle battaglie di Shinji e compagni (gli si affiancano presto altre due ragazze, sempre ai comandi degli Evangelion) ruotano numerose domande: cosa sono in realtà i nemici? Cosa sono gli Eva e come fanno ad avere una coscienza? Quali sono le finalità dell'organizzazione Seele che trama nell'ombra con il suo enigmatico Progetto per il perfezionamento dell'uomo? La seconda, invece, più sottile ma che poi subentra violentemente alla prima, è Eva visto come metafora del processo di auto-distruzione di un otaku e la sua speranza di rinascita. Riallacciandoci all'apertura, Shinji incarna perfettamente i modi di fare e pensare dei disadattati giapponesi che, maniaci ossessivi di hobby o schiavi di profonde insicurezze, vivono rinchiusi in se stessi, non riuscendo a relazionarsi col prossimo, rifiutando i rapporti umani, il mondo adulto e la società. Fin dal primo episodio l'eroe è presentato in questa veste e, mano a mano che si sviluppa l'intreccio della trama, lo si vedrà auto-interrogarsi la coscienza riguardo ai suoi dubbi esistenziali, cercando risposte per darsi una proverbiale svegliata. Due dimensioni narrative, terrena e simbolica, intriganti e che per buona parte di serie convivono benissimo.


La storia denota fin da subito un gran lavoro di sceneggiatura: i personaggi sono ben caratterizzati e si empatizza subito con lo sconvolto Shinji, raro pilota di robot pieno di insicurezze e paura al momento di salire a bordo; i momenti cupi sono ben spezzettati da intermezzi umoristici e, infine, il ritmo è avvincente per merito di una sinergia incredibile tra le composizioni musicali drammatiche di Shiro Sagisu, l'eccellente chara design di un ritrovato Yoshiyuki Sadamoto (sempre magistrale nel delineare un punto di contatto tra infantili forme tondeggianti e seriosi look adulti) e la splendida regia di Anno, autoriale ma non eccessivamente compiaciuta, che dà risalto, con ogni genere di inquadrature (soprattutto primi piani e dettagli), agli stati d'animo dei suoi attori. Ci si emoziona, insomma, vivendo la vita di Shinji e il suo relazionarsi con amici e "colleghe" che pilotano gli Eva, apprezzando anche gli episodi interamente psicologici dove dialoga col suo IO freudiano. Almeno, fino a quando il troppo stroppia. Arriva il momento in cui gli intermezzi psicanalitici iniziano a mostrare la corda, quando non più solo l'eroe è soggetto a dialoghi interiori ma anche le sue compagne. I personaggi sono continuamente rivoltati come calzini (facendo sorgere ilari dubbi sul fatto che l'umanità designi come salvatori del mondo tre ragazzi estremamente deboli, psicolabili e dall'infanzia traumatica), ma quel che è peggio è che queste puntate di "approfondimento" ribadiscono sempre all'infinito le stesse cose senza mai portare a nulla di nuovo, come se Anno si divertisse a fare l'intellettuale tanto per. Si arriva alla fine del viaggio mentale proprio nelle due celebri puntate finali, dedicate espressamente all'ultimo dialogo interiore del ragazzo che finalmente lo porta a uscire dal suo guscio (un "otaku, svegliatevi!" praticamente urlato). Due episodi che, però, lasciano follemente in sospeso l'intera trama "terrena", così, senza alcuna spiegazione. Scherzone d'autore? Sembrerebbe spacciarsi per tale, ma è in verità una furbata per completare un'opera rimasta ormai priva di budget (quaranta minuti di animazione minimalista, foto vere e bozze di disegni, non c'è più quasi neanche uno yen rimasto), mancanza di fondi che già si ravvede nei primi episodi quando diverse scene di battaglia sono narrate da immagini statiche. Guardando il lungometraggio che esce l'anno dopo, The End of Evangelion, imposto a GAINAX da migliaia di nippo-fan incazzosi per la conclusione televisiva, si nota come anche lì il finale è così cervellotico da prendere il posto della trama "terrena", ma almeno la lunga durata del film permette alle due entità di legarsi armoniosamente e con continuità, non si avverte lo stacco violento e privo di senso della serie tv che, così, è solo una storia incompleta dal finale spocchiosamente intellettuale.

È difficile, in effetti, non sentirsi infastiditi da una serie che per volontà stessa del regista si basa unicamente sull'apparenza: non fosse per il suo sentito messaggio agli otaku si potrebbe anche odiare il fanservice religioso di cui è infarcita, dove Lance di Longino, Re Magi, riferimenti alla cabala ebraica e nonsense vario ("ci sono un sacco di anime robotici in circolazione, per questo abbiamo inserito riferimenti religiosi per distinguerlo dagli altri. Non ci sono particolari significati, abbiamo solo pensato che riferimenti visivi al cristianesimo sarebbero sembrati fighi. Se avessimo immaginato che [Evangelion] sarebbe stato distribuito in America ed Europa, ci avremmo ripensato" dice il vice regista Kazuya Tsurumaki1) rappresentano quelle masturbazioni mentali che Anno rinfaccia a Shinji e agli otaku tutti, accusandoli di perdere tempo a ragionare in sciocchezze invece di svegliarsi dalla propria condizione. Evangelion è una serie che ha il suo motivo d'esistere, è indubbio, ma ha senso specialmente in Giappone, la terra per antonomasia di otaku, hikikomori e alienati dagli asfissianti ritmi di vita nipponici, elementi a cui appartiene in gioventù lo stesso regista che per questo capisce come pensano e li impersonifica perfettamente nel suo protagonista. Non può e non potrebbe mai averne, visto com'è stato concepito, fuori dalla madrepatria, ed è per questo che il suo megasuccesso internazionale appare esagerato, in pochissimi si informeranno su quello che vuole davvero dire il regista e saranno proprio loro, ironicamente, a ripetere i fasti ridicoli di cui Anno ha orrore: sprecate tempo e risorse intellettuali in mille teorie e interpretazioni sui significati della serie, per dare senso a una storia in più punti volutamente nonsense.


In conclusione, rimane solo il dubbio se possa davvero rappresentare motivo di interesse guardare 26 episodi e un intero film per farsi dire di usare meglio le proprie potenzialità nel mondo. Una lezione che, se si vuole spogliare Evangelion da parte della sua sacra intoccabilità, si è vista dieci anni prima in Z Gundam e quindici in Gundam (il percorso di integrazione di Kamille e Amuro nel mondo adulto è raccontato senza psicanalisi, ma rappresenta ugualmente la morale ultima delle due opere; in Z poi lo stesso finale è un monito simbolico), e che Anno ripropone con l'aggiunta di dialoghi interiori, filosofia (le maschere di Pirandello, il dilemma del porcospino di Schopenhauer, Jung etc.), esistenzialismo e ricercate introspezioni psicologiche per renderlo complesso. Innegabile comunque Evangelion abbia dato inizio, negli anime, a un modo più stiloso per essere impegnati, scomodando non solo filosofia e oratoria ma anche osando mostrare di più nelle scene "scomode" come quelle di sesso e violenza: immagini e tematiche che negli OVA del tempo erano la norma ma che ancora dovevano apparire in modo così esplicito nei circuiti televisivi (e proprio con Eva si crea uno slot notturno dedicato ad anime dalle connotazioni adulte). Senso di essai ribadito anche esteticamente, con montaggio e senso maniacale per le inquadrature provenienti dal cinema.

Edizione italiana tra le migliori che si siano viste. Ottimo adattamento e doppiaggio superlativo, tanto che anche GAINAX farà i complimenti al dialoghista Gualtiero Cannarsi per scelta di voci e recitazione. Tra le diverse edizioni home video, addirittura tre, quella da prendere è l'ultima edita da Dynit, la Platinum Edition, che non solo presenta il video migliore ma anche una doppia versione (Standard e Director's Cut) per il segmento di episodi 21-24.

Voto: 7 su 10

SEQUEL
Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth (1997; film)
Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion (1997; film)

ALTERNATE RETELLING
Evangelion 1.0: You Are (Not) Alone (2007; film)
Evangelion 2.0: You Can (Not) Advance (2009; film)
Evangelion 3.0: You Can (Not) Redo (2012; film)

ALTRO
Petit Eva: Evangelion@School (2007-2008; ona)


FONTI
1 Brian Ruh, "Stray Dog of Anime: The Films of Mamoru Oshii", Palgrave Macmillan, 2004, pag.52

42 commenti:

emilio ha detto...

Con questo voto scatenerai l’inferno, lo sai vero?

Scherzi a parte, io non seguivo granché NGE quando è arrivato in Italia la prima volta ma lo ricordavo come una cosa piuttosto sofisticata e dalle tematiche estreme. L’ho recuperato un paio d’anni fa, essendo alquanto più vecchio e avendo letto e guardato un po’ di più. Paradossalmente, mi ha infastidito in modo particolare un aspetto collaterale.

NGE si può considerare come una storia di fantascienza “metafisica” con forti componenti psicologiche (e ovvi riferimenti alla realtà giapponese, come fai notare). Una specie di Solaris coi robottoni. Sotto questo aspetto magari funziona (anche se un cultore di fantascienza potrebbe dirci che è tutto molto derivativo etc.). Solo che per arrivare a questo modesto ma (forse) genuino risultato lo spettatore deve passare per puntate piene di siparietti comici, momenti voyeristici e scherzi pecorecci come ti aspetti dal più commerciale (e prevedibile) degli anime. Immaginatevi cosa sarebbero Gundam o Votoms con in ogni puntata una gag costruita attorno a Mirai svestita e uno scazzo fra Coconna e Vanilla!

NGE vuole condurre lo spettatore verso le sue tematiche “serie”, ma per farlo lo aggancia con materiali a tratti banalissimi. Per arrivare a parlare di utopia della comprensione e di complesso di Edipo NGE ti infligge una serie che per metà è un incrocio fra Kimagure Orange Road e Mazinga Z. Al di là del sottotesto, il pane quotidiano della serie sono situazioni assai più stereotipate di quelle che trovi in serie precedenti meno “autoriali”. Insomma se davvero NGE ha rappresentato un modello per le produzioni successive, potrebbe non essere stato un modello poi così positivo.

Jacopo Mistè ha detto...

Mi consola il fatto che col tuo post ci spartiremo in due gli auguri di morte da parte dei fan!

Per quanto, lo ammetto, a me Eva sia sempre stato antipatico per colpa dei suoi fan urlanti, devo comunque ammettere che è grazie a lui se, dalle produzioni successive, s'è data molta più cura a montaggio, regia, dialoghi e temi a prima vista "impegnati". Ha creato un modo più "intellettualoide" (visto in accezione sia positiva che negativa) di fare animazione che rappresenterà una grande influenza per le industrie d'animazione, di questo bisogna darne atto. Che poi narrativamente non sia nulla di particolarmente originale, parlando di cose già viste e raccontate anni prima solo con l'artifizio di psicanalisi e filosofia, questa è un'altra cosa...

Giovedì comunque pubblichiamo la rece di The End of Evangelion che, come leggerai, m'è piaciuto di più della serie tv, trovandolo più compatto e anche coerente nei suoi unici sprazzi di vera originalità (mi riferisco al continuo cambio dei due piani di lettura, che nel lungometraggio finiranno col fondersi in perfetta armonia rispetto alla "monca" serie tv).

emilio ha detto...

Ero sicuro che la recensione del film sarebbe seguita a ruota. Questa si chiama professionalità, altro che "non è una testata giornalistica"...

Gundamaniaco ha detto...

Non sono un fan sfegatato di Evangelion. O meglio, lo ero, ma la passione si è ridimensionata nel corso degli anni. Adesso riesco a giudicarlo più obiettivamente e approfonditamente.
Al contrario, appena arrivò in Italia mi coivolse e sconvolse completamente in modo poco lucido.
In ogni caso ritengo, soprattutto alla luce della complessità dell'opera in questione, della rivoluzione che ha portato, che vale molto più Eva di un sacco di anime venuti dopo di esso, che hanno riciclato atmosfere, design e parti della sua trama.
Eva è un punto di svolta importante nell'animazione giapponese, non lo si può liquidare con uno striminzito "6", quando poi riesci a dare "8" a Raxhephon che è un suo clone spudorato!
Non sono d'accordo nemmeno sulla spiegazione che i dettagli religiosi e spirituali in esso contenuti siano privi di senso. Spesso negli ultimi anni mi è capitato di leggere altri commenti simili in giro per il web, e li ho sempre trovati molto inutilmente snob. Del tipo "io sono un esperto di anime e vi dico che queste sono tutte cazzate".
Ebbene, secondo me questo è il classico anime che riesce ad apprezzare molto di più un non-otaku (e questo lo posso testimoniare personalmente visto che feci letteralmente innamorare di Evangelion un sacco di amici miei che non amano particolarmente l'animazione in generale). Proprio per via del fascino, dei misteri della "cultura" che include questa serie. Un livello culturale a cui gli otaku medi (anche italiani) non sono abituati. E chi conosce un minimo la cabala e la spiritualità può confermare che gli elementi spirituali di Eva non sono messi lì a caso, ma hanno un loro senso. Senso confermato pure dal film EoE.
Non comprendere questo significa comprendere Eva al 50% e vederne solo l'aspetto legato al fenomeno "otaku". Beh, è un approccio sbagliato.
Eva non è certamente solo questo.

Stavolta non sono d'accordo con te Jacopo, mi spiace. ;)

Jacopo Mistè ha detto...

Rispondo per punti.

"Eva è un punto di svolta importante nell'animazione giapponese, non lo si può liquidare con uno striminzito "6", quando poi riesci a dare "8" a Raxhephon che è un suo clone spudorato!"

Quel voto vale unicamente per la serie tv, che così com'è venuta fuori è assolutamente tronca e sconclusionata per colpa dei due famosi episodi finali (la politica del sito è sempre stata di dare al massimo una sufficienza alle opere inconcluse, se queste si chiudono lasciando tutto per aria). Il "vero" voto che personalmente dò a Eva è un 7, come leggerai giovedì nella rece del film che ne rappresenta il vero finale.

Se mi chiedi di giustificare l'8 a Rahxephon ti rispondo invece che, a parte la raffinatezza di sceneggiatura e regia, offre una storia a mio parere molto più originale e intrigante di quella di Eva (basata invece sulla rielaborazione "intellettuale" di tematiche già viste decenni prima, sopratutto nei robotici di Tomino). Le similitudini con Eva sono indubbie ma a livello giusto dei personaggi (non per nulla Anno ne è ghost writer, contribuendo non accreditato alla sceneggiatura) e dello spunto narrativo di partenza, lo sviluppo della trama è diversissimo e a me ha dato molto di più. Ovviamente questione di semplici gusti.

"Non sono d'accordo nemmeno sulla spiegazione che i dettagli religiosi e spirituali in esso contenuti siano privi di senso. Spesso negli ultimi anni mi è capitato di leggere altri commenti simili in giro per il web, e li ho sempre trovati molto inutilmente snob. Del tipo "io sono un esperto di anime e vi dico che queste sono tutte cazzate"."

Che ti devo dire, io mi baso unicamente su ciò che ha detto Anno della sua creatura. Per me l'autore è il Dio dell'opera e tutto quello che dice è legge, e se lui mi dice che Eva è Ideon + DevilMan e che manco si ricorda i dettagli religiosi che ha messo, a testimonianza di quanto fossero messi lì a caso per prendere in giro l'otaku nipponico a cui era dedicata la storia, gli credo e ne prendo atto. Ho comunque sentito le campane di chi, come te (immagino, al limite smentiscimi), dice invece che l'interpretazione dell'autore vale fino a un certo punto, e la filosofia dell'ermeneutica è di uguale importanza nell'interpretare opere complesse come Eva, quindi a ognuno la sua scuola di pensiero ;)

Comunque, ripeto, magari attendi di leggere la rece di giovedì su Eva, dove lì parlo meglio della serie nel suo complesso.

"Stavolta non sono d'accordo con te Jacopo, mi spiace. ;)"

Finché non offendi è sempre un piacere discutere civilmente. Cosa che pù di qualcuno dovrebbe imparare a fare, qui e altrove.

Luca ha detto...

A me è piaciuto Evangelion; mi dà tuttavia fastidio tutta questa manfrina dell'accusa agli otaku. Evangelion io lo apprezzo in valore assoluto, è brutto e sminuente vederlo come mero messaggio agli asociali & co(anche se il messaggio in parte c'è, ma in parte, è una piccola sfacettatura di tutte quelle presenti!)
I due episodi finali, secondo me, sono quelli che più valorizzano l'anime; non sarebbe stato tanto interessante e, beh, bello, senza quelli (va bene, va bene per la fine dei soldi, ma a me piacciono molto così :) ), non si può guardare Evangelion solo per la trama fantascientifica e considerare le due famose puntate cacca...secondo me sono quelle 2 puntate a far sì che sia memorabile e profondamente interessante.
E' un anime che spicca, c'è poco da fare, dalla grande cura e senso di imponenza (no, non mettono cose a caso quasi in nessun anime, neanche in quelli brutti, poi la qualità di cosa mettono è un'altra cosa...) fino alla ending che a me faceva impazzire dopo aver visto robot e cose malate varie.
Anche a me dà fastidio la smania nei confronti di questo come nei confronti di qualsiasi altro anime, ma, come ho già detto, per me è bello in valore assoluto, a prescindere dal suo successo o dal messaggio di Anno.
Non so, è una mia opinione e magari mi sbaglio -anzi, è probabile che mi sbagli- ma questa recensione mi sembra dettata dall'essere stufi per l'idolatrazione di questo anime, e sarebbe comprensibile. Succede spesso di pensare che gli anime, come i film, fenomeni di massa siano stupidi o niente di che, e spesso è vero; ma non in questo caso. Guardandolo senza influenze esterne ne si può capire il valore.

Detto questo, seppure Evangelion+End sia tra la cerchia dei miei anime preferiti, LEGEND OF THE GALACTIC HEROES è Il Preferito e stacca tutti di svariate lunghezze.
Ciao :)

Gundamaniaco ha detto...

Ok Jacopo, attendo la rece di EoE. ;)

Comunque sono impressionato dalle parole di Luca, in cui mi ritrovo completamente!!

E condivido pienamente anche questo suo periodo:
"Non so, è una mia opinione e magari mi sbaglio -anzi, è probabile che mi sbagli- ma questa recensione mi sembra dettata dall'essere stufi per l'idolatrazione di questo anime, e sarebbe comprensibile. Succede spesso di pensare che gli anime, come i film, fenomeni di massa siano stupidi o niente di che, e spesso è vero; ma non in questo caso. Guardandolo senza influenze esterne ne si può capire il valore."

Secondo me è proprio così, nella maggiorparte dei casi, non so se anche in questo caso.

E i due episodi finali vanni visti e rivisti più volte per essere compresi. Ammetto che la prima volta che li vidi mi delusero, e ammetto che il film EoE è davvero soddisfacente per chi attendeva un finale completo sotto tutti gli aspetti.
Ma a distanza di tempo riesco ad apprezzare molto anche i 2 episodi finali della serie.
Alla fine, quello che conta in Eva, è il messaggio. E i vari elementi che contraddistinguono questo cartone, contribuiscono tutti (nessuno escluso) a veicolare consapevolmente questo messaggio.

Alle dichiarazioni ufficiali di Anno, spesso contradditorie, non dò così tanto peso. D'altronde i fatti talvolta le smentiscono (vedi elementi della Cabala, che un senso ce l'hanno. Evidente soprattutto nel film finale), quindi sono convinto che Anno un po' ci è e un po' ci fa.
E poi credo si sarà rotto anche lui di dare continuamente spiegazioni al parto di Evangelion. :)

marco c. ha detto...

Voto troppo basso, dai! Ho capito che è pieno di omaggi, etc. sono d'accordo su tutto, ma qui si parla di grandissima animazione.

OMEGA_BAHAMUT ha detto...

Mi fa molto, ma molto piacere (non sono l'unico!) vedere su una piattaforma come questa un'articolo così ben fatto su eva, soprattutto contando che condivido molte delle tue osservazioni su di esso (me gli do un voto in più giusto perchè la prima parte mi era piaciuta tanto... in ogni caso ho dato 8 ad opere come Ikoku o HOTD, quindi per me non è affatto un capolavoro, anzi).

Francamente non so proprio come si faccia ad idolatrare una serie di questo tipo, che riesce a rovinare tutto quanto di buono riesce a fare con un immotivato "intellettualismo". Di fondo, per me c'è sempre la presunzione di voler lanciare messaggi di salvezza attraverso quello che invece dovrebbe essere solo un bel modo di passare il tempo (gli anime).
Che poi, non che i due film conclusivi siano meglio, anzi a mio parere seguono esattamente la stessa infame parabola nel loro svolgimento: prima parte con un buon ritmo, seconda persa in un mare di san pellegrino (letteralmente XD) e filosofia.

Alberto ha detto...

Ok.. vado a braccio, dato che Evangelion l'ho visto una decina di anni fa e poi basta. Condivido in pare la recensione,quando si parla di cabala e puttanate metafisiche buttate li: e' effettivamente una roba di cui non frega nulla a nessuno che non serve a ninete per lo sviluppo dell'anime ecc... pero' tutto sommato sono temi che hanno il pregio di stimolare una parte del nostro animo e quindi fanno parte degli elementi, assieme alle lotte tra robottoni, che tengono su la curiosita' dello spettatore. Detto questo devo notare che effettivamente la recensione mi pare un po' scritta, tenendo conto del fastidio generato dai milioni di otaku che idolatrano una serie che tutto sommato non e' certo un capolavoro (pace ognuno recensice un po come gli pare e in base alle sue sensazioni). La mia personale opinione e' che sia una serie buona sul 7.5 - 8 che ha portato un certo numero di innovazioni tra cui il finale, (personalmente disprezzo profondamente i film che sono stati fatti proprio per gli otaku idolatranti ai quali do un secco 3) il finale e' gisutamente e volutamente tronco: l'ultimo angelo arriva sulla terra fa amicizia col protagonista e poi si fa volutamente ammazzare, questo genera nell' "eroe" tutta un serie di tormenti che pero' poi lo portano a darsi una svegliata. FINE!Perche gli angeli sono venuti sulal terra? come finira' il progetto di perfezionamento dell'uomo? la risposta e' un bel ECCHISSENEFREGA! mica un tizio di 13 anni (e noi con lui che seguiamo le sue avventure) deve curarsi di tutti i problemi del mondo... il progetto sara' quel che sara.. gli angeli saran venuti per i cazzi loro, nella vita spesso non abbiamo tutte le risposte e dobbiamo imparare ad andare avanti anche senza delle volte. (e lo dice uno che scrive store di lavoro e non vede PERCHE deve sempre rivelare tutto a colui che dovra' leggerle)

Jacopo Mistè ha detto...

Solo una cosa aggiungo (visto che giustamente ognuno la pensa come vuole).

"il finale e' gisutamente e volutamente tronco"

Da quel che so quel finale s'è reso necessario per la mancanza di budget, non per uno sghiribizzo autoriale. Tant'è che i due film successivi concludono la storia come era stata ideata fin dall'inizio (e infatti per me quei due film rappresentano il "vero" Evangelion, sono molto più compatti e chiudono in armonia i due piani di lettura fisici e metafisici).

Alberto ha detto...

Tendo a lasciar perdere le dichiarazioni di gainax o del regista perche' hanno detto tutto e il contrario di tutto; ricordo solo cosa successe in quel periodo: Evangelion finito in quella maniera e un sacco di fan rompicolgioni che per mesi e mesi hanno mandato insulti lettere minacce e quanto altro... Dopodiche sono usciti i film che sono andati non a continuare ma a sostituire gli episodi finali della serie. Ricordo che i film davano ai vari fan esattmanete cio' che i fan volevano:sangue ,combattimenti metafisica estrema e insensata(e l'altra meta' scemenza)bacio tra mionerenne-minorato e trentenne popputa ecc... un operazione commerciale che ho odiato e che e' andata ad incasinare un finale semplice,lineare e comprensibile che aveva la serie. Ma come dicevi tu, ognuno ha la sua sensibilita' e cio' che per taluni e' odioso per altri e' buono e viceversa...

Anonimo ha detto...

il finale dell'anime e quello nei film sono uno l'antitesi dell'altro il primo offre una speranza, mentre nel secondo non c'è nessuna speranza.

i film non concludono la storia come "ideata dall'inizio". nel concept originario il 12esimo e ultimo "shito" sarebbe dovuto venire dalla luna e apparire nel gran finale. il corso degli eventi è stato ripensato durante la stesura della serie, anno ha iniziato a leggere libri di psicologia all'altezza dell'episodio 16, in cui avviene la svolta narrativa.

e il flop della prima messa in onda giapponese sulla piccola tv tokyo? e il successo che venne solo con la replica di notte, inaugurando quello slot di trasmissione (dopo questa replica, gli anime per otaku hanno trovato la collocazione notturna in palinsesto)
e il project-eva nato senza alcun merchandising?(con bandai convinta che nessuno si sarebbe mai interessato ad un robot viola non trasformabile?)

(anche la prima serie di gundam floppò alla prima trasmissione. tanto da essere accorciata rispetto ai 52 episodi originari. questo spinse tomino a dare del suo meglio)

e le pressioni della "PTA" locale durante la trasmissione? il famigerato episodio 20 ^^

sul fatto che eva "narrativamente non sia nulla di particolarmente originale", di cosa vi sorprendete? l'animazione giapponese dagli anni '80 in poi è diventata fortemente autoreferenziale. a maggior ragione le opere gainax. il valore di un'opera non sta nell'essere o meno originale ma nel dire o meno qualcosa. ad essere pignoli, anche tomino citò heinlein. non è questo il punto.

e il fatto che gli anime preferiti di anno siano yamato e la prima serie di gundam (con ideon)? e che uno degli obiettivi di anno fosse proprio di andare oltre gundam? ammette lui stesso di non esserci riuscito, nell'intervista con izubuchi nel libro rahxephon complete. tomino è tra i principali ispiratori dell'opera di anno, ciò è innegabile.

(e ideon viene citato in praticamente ogni anime gainax, anche in opere non di anno come flcl e abenobashi; anno lo cita sempre utilizzando il doppio titolo giapponese-inglese per le sue opere)

parlando del finale, tra le influenze ci sono, oltre a devilman (ma Garion-Oh altrove aveva fatto notare di come però il finale citi in più punti il finale del manga di grendizer di gosaku ota), anche il 7imo volume di nausicaa, il capolavoro di miyazaki.

ma anno cita anche la serie televisiva ufo, il tokusatsu ultraman e mazinger z. passando per combattler v e gowapper 5 godam.
per questa ragione non si può dire "è il classico anime che riesce ad apprezzare molto di più un non-otaku". niente di più sbagliato.
non lo si può dire in quanto l'autore stesso è stato in gioventù un otaku.

una valutazione dell'opera che non considera i connotati della cultura che l'ha generata, è sbagliata a priori. non si possono ignorare una serie di elementi che fanno di eva quello che è. un anime nato nel 1995 da un particolare staff di autori in un contesto culturale totalmente diverso da quello occidentale e pensato per un certo pubblico giapponese. per noi alieni a quella cultura, l'unico modo per apprezzare autenticamente un'opera per quello che è, sta nel documentarsi sulle fonti originali.
tutto il resto è sorvrainterpretazione.

"Bishoujo to Robotto anime!"
tanto gunbuster quanto eva ;-)

pirandello? dubito che anno abbia mai anche solo visto un libro di letteratura italiana.

gundam era una storia di comunicazione tra le persone, per ammissione di tomino.

lo è anche eva, 15 anni dopo, con un anime che diventa una seduta di psicanalisi, col protagonista (anno stesso?) lasciato solo su una sedia.

questo è il genio.

inventarsi una cosa del genere a metà anni '90, dopo che l'animazione giapponese in 15 anni aveva già detto e il contrario di tutto, non è cosa da tutti
(troppo facile fare i creativi negli anni '70, con il media animazione ancora agli inizi)

Jacopo Mistè ha detto...

Sei una miniera di informazioni, ti ringrazio per il contributo. Davvero molto interessante, molte di queste cose non lo sapevo.

PS Da come scrivi mi ricordi Shito, sei Cannarsi? :)

Alberto ha detto...

personale, onesto, a parte che chi parla da anonimo per quante cose giuste possa dire non mi piace a prescindere, non mi sembra il caso di dover studiare la vita di Anno fare studi approfonditi sul giappone del 95 o su chissa cosa altro per aprezzare o meno un anime, lo guardo mi dice qualcosa e mi piace ? bene! lo guardo e mi fa schifo? bene lo stesso. Non ho mai sopportato neppure quelli che mi dicono che devo avere tre lauree in storia dell'arte per poter apprezzare un certo dipinto: l'arte in quanto tale deve arrivare diretta, se una storia mi tocca e' perche arriva a certe corde del mio vissuto, ed e' una cosa che non potra' mai essere rimpiazzata da uno studio sociolgico "non si puo' dire qua" "non si puo' dire la'" ma cosa e' che non si puo dire se non si offende nessuno ? scherziamo? (scusa jacopo ovviamente questo post riguarda solo un mio modo personale di vedere la vita.)

Anonimo ha detto...

sono sempre l'anonimo precedente.

ho scordato una cosa sui presunti riferimenti religiosi occidentali, come le esplosioni a forma di croce. non hanno alcun valore e non sono stati inseriti "per prendere in giro l'otaku nipponico". il loro scopo era quello aumentare la "coolness" dell'opera aggiungendo un alone di mistero e di esotismo.

anno probabilmente non ha mai preso in mano una bibbia ma ha solo usato termini che per lui erano interessanti (stando a quanto dice Toshio Okada, famoso ai tempi come "Otaking", nonchè fondatore ed ex-presidente di gainax)

se nel finale di end of eva qualcuno ci vede shinji e asuka come novelli adamo ed eva, probabilmente si sbaglia. in realtà lì anno ci ha messo due nuovi koji kabuto e hikaru makiba (vedi la citazione nel mio post precedente in cui ricordo che Garion-Oh aveva individuato punti in comune tra il finale di Eva e quello di Grendizer manga di Ota), molto influenzato dal finale di devilman.

e con adam e lilith anno potrebbe aver voluto implicitamente rifarsi a izanami e a sua la sorella izanagi, ossia gli dei creatori (anche loro con una lancia!!!) nella mitologia giapponese.

poi certo che anno conosce dante, avendo letto i manga di go nagai (quindi ma-oh dante e devilman...e forse anche la sua divina commedia).

COMUNQUE dimenticavo di dire che in evangelion non ci sono messaggi. c'è solo il personale punto di vista dell'autore sulla società giapponese. anno ha saputo leggerla e metterla a nudo, colpendo nel segno, tanto da scatenare dibattiti. shinji ikari è arrivato al momento giusto e, da quel momento, niente è stato più come prima. per questo motivo un'opera che parla direttamente della società giapponese è destinata ad essere fraintesa da un pubblico alieno da quella cultura

dal punto di vista dello stile e della regia, anno ha concluso eva con due interi episodi senza animazioni. nessuno ci era mai riuscito prima! gli è piaciuto così tanto che poi ci ha fatto una serie intera con quello stile, cioè karekano :-)


per finire: SERVICE, SERVICE!

Anonimo ha detto...

sono ancora l'anonimo di prima.

no, non sono shito. però mi sono studiato abbastanza certe fonti ufficiali (lui rientra tra queste ^^'). inoltre shito scriverebbe molto meglio di me.

prima di lasciare la discussione, due appunti:

@Jacopo Mistè: il livore verso i fan non deve intaccare il giudizio autentico di un'opera.
una cosa del genere è accaduta con gundam, con i gunota tutti focalizzati sui robot e che se ne fregano di quanto tomino intendesse dire col primo gundam.
nonostante questo, il primo gundam è rimane un capolavoro senza tempo, l'apice dell'animazione giapponese, assolutamente imprescindibile.


@Alberto: capisco il tuo punto di vista, è comprensibile. è una cosa che ognuno deve stabilire a monte.

bisogna decidere se si guardano gli anime come puro passatempo oppure se guardarli tenendo conto del particolare contesto sociale e culturale che li ha partoriti, consci del fatto che la cultura giapponese è decisamente agli antipodi rispetto a quella occidentale, e senza dimenticare che il pubblico per il quale quei prodotti sono stati pensati non siamo noi.
(e senza dimenticare che in giappone gli adulti che guardano gli anime sono considerati dei ritardati dall'opinione comune)

il primo approccio è facile ma porta spesso al fraintimento (non nego che sia quello maggioritario)
il secondo approccio è più difficile ma è l'unico grazie al quale ci si può avvicinare maggiormente all'essenza di un'opera straniera.

ora vi saluto davvero!

SERVICE, SERVICE!

Jacopo Mistè ha detto...

Penso sarebbe stato più carino presentarsi con un nick, così almeno se dovessi tornare a scrivere ti riconoscerei rispetto all'altra massa di anonimi :(

Detto questo, ti ringrazio ancora per la mole di informazioni, vedrò di dare qualche sistematina qua e là alle due rece approfittando di quello che hai scritto. Infine, pur ammettendo che Eva me lo hanno fatto odiare più i superfan che altro, torno a ripetere che il mio voto (per quanto possa contare un semplice valore numerico) a Eva nel suo insieme è un 7, non un 6 dato per la sconclusionatezza della sola serie tv. ;)

Gundamaniaco ha detto...

"per questa ragione non si può dire "è il classico anime che riesce ad apprezzare molto di più un non-otaku". niente di più sbagliato."

Gli otaku tendenzialmente non riescono ad essere particolarmente obbiettivi nel giudizio. Ed Evangelion in particolare è abbastanza vittima di pareri "standardizzati", per un verso o per l'altro.
Questo intendevo.
Per questo motivo, secondo la mia esperienza, ho trovato molto più interessante la reazione e il parere di un non-otaku, poichè scevro da qualsiasi pregiudizio/esperienza tipicamente otaku.

Se poi Anno in passato era un "otaku" comunque il risultato finale non cambia. Ci passa un po' di differenza tra un otaku fruitore e un otaku creatore (specie uno con l'esperienza di Anno). ;)

Gundamaniaco ha detto...

"per questa ragione non si può dire "è il classico anime che riesce ad apprezzare molto di più un non-otaku". niente di più sbagliato.
non lo si può dire in quanto l'autore stesso è stato in gioventù un otaku."

Ci passa una certa differenza tra uno che è un otaku oggi, passivo e semplice fruitore, e uno che oggi fa il regista e l'autore ed è stato otaku in gioventu (in particolare se si chiama Hideaki Anno).

Secondo la mia esperienza ho trovato mediamente molto più interessanti giudizio e parere di un "non otaku" rispetto a quelli di un otaku.
Evangelion è vittima di giudizi abbastanza standardizzati nel mondo otaku, mentre al di fuori di esso è possibile ascoltare giudizi più differenti e variegati.

Alberto ha detto...

caro anonimo, tra "guardare un anime per puro diletto" e farci un escursus della societa' giapponese c'e' anche una via di mezzo:si tratta di provare a trarne un eventuale messaggio,quando presente,anche senza farsi troppe seghe mentali su chi ha diretto cosa e a chi pensava quando l'ha diretta.Questo vale non solo per Evangelion o per gli anime,ma per qualsiasi opera,esempio: Ashita no joe e Tiger mask sono due manga/anime indirizzati ad una generazione di orfani del dopoguerra(e dopobomba)in giappone ma per capirli emozionarsi e trarne un messaggio non serve essere nati in quel luogo e quel periodo o avere alcuna nozione, ancora i "promessi sposi" sono un libro di Manzoni datato 1840 pensato e scritto per gente dell'epoca, ma per capirne i concetti non devi essere dell'800! Tornando ad Evangelion ti assicuro che le tematiche di disadattamento sociale trattate, sono universali e si ripetono ciclicamente, in molti ragazzi dell'italia di questi anni questo tipo di disadattamento e sensazione di estraneazione e di non comunicativita' sono palpabili. Tutto sta alla sensibilita' e alle esperienze fatte dal soggetto che "subisce" l'opera: se il soggetto e' abbastanza intelligente e/o nella sua vita si sono presentati eventi che riconducono anche solo parzialmente ai concetti della stessa, per lui/lei sara' facile capirla, in caso contrario farsi una cultura a riguardo non serve a nulla. Non ti sto dicendo che informarsi ed interessarsi all'autore al contesto storico ecc.. non sia una cosa da aprezzare, io stesso amo farlo, ma il punto centrale per aprezzare/non aprezzare , capire/non capire un opera va cercato da un altra parte.

Anonimo ha detto...

sono l'anonimo-senza-nick

l'animazione giapponese è totalmente autoreferenziale. anzi è proprio l'intera cultura e società giapponese ad essere un sistema decisamente chiuso, che spesso cerca di non vedere il resto del mondo.

la "morale" giapponese è totalmente agli antipodi rispetto al "senso comune" occidentale. non so quanti fruitori d'animazione giapponese occidentali conoscano gli obblighi giapponesi e i loro reciproci (on, gimu, giru...) eppure questi sono i pilastri del vivere in quella società.

questo fa capire come non si possa pretendere di trovare messaggi universali in prodotti d'intrattenimento "sottoculturale" provenienti da quella società.

citando eva, episodio 16, è solo un "autoinganno".

ogni opera è figlia del contesto in cui nasce.

e sì, è impossibile per noi capire realmente i promessi sposi, proprio perchè non rappresentiamo il pubblico per quale quell'opera è stata pensata.
pur con tutti gli sforzi filologici del caso, l'impatto che avrà su noi lettori del terzo millennio sarà sempre e comunque diverso da quello avuto sui lettori di metà '800.

per la stessa ragione, ai nati nel terzo millennio sarà impossibile percepire un brano anni '60 dei rolling stones come lo hanno percepito i giovani dell'epoca, in quel contesto socio-culturale.

(ti dirò, penso pure che la comprensione di ogni canzone cantata in una lingua diversa dalla propria madrelingua sia inevitabilmente distorta dalla differenza linguistica. cioè una qualsiasi canzone degli oasis del 1994 è arrivata in modo totalmente diverso al pubblico anglofono di quel periodo rispetto a come è arrivata nello stesso periodo ad un pubblico non di madrelingua inglese)

così stanno le cose, banalmente, senza scomodare l'antropologia culturale comparata.

tutto sta nel decidere se ignorare o meno queste differenze.

marco guarino ha detto...

"Anonimus" ti propongo questo paradosso: Se il messaggio supera il suo creatore diventando universale, ha senso farselo spiegare da chi ha una visione limitata della sua creazione?

Alberto ha detto...

non so,sara' che un poco il mondo l'ho girato e sopratutto gli ultimi 7 anni ho vissuto in asia tra Thailandia e Cina (e i cinesi sono pure piu' chusi dei giapponesi)ho studiato un po' di lingue e parlo e scrivo thai e arabo,quindi un infarinatura di culture "altre" la ho,tutte le culture hanno grosse differenze e peculiarita' ma alla fine, quando realmente conosci le singole persone (per conoscersi intendo passare anni a condividere lavoro e sogni) poi i problemi di fondo sono gli stessi, e non e' solo la cultura giapponese ad essere "chiusa" perche per loro siamo "chiusi" noi quando in cina o giappone prendono informazioni sull'Italia o sui paesi occidentali, gli sembra di vedere un mondo del tutto diverso dal loro, dopodiche nel momento in cui le persone si conoscono, si scopre che i problemi esistenziali sono sempre gli stessi. Sempre gli stessi in tutte le epoche (certi scritti di filosofi greci sembrano calzare a pennello con i nostri tempi).Al di la delle religioni, della tecnologia che avanza, del livello culturale,delle tradizioni, alla fine l'uomo e' sempre un uomo, e fa le guerre e desidera la pace e desidera la sicurezza e la comprensione degli altri da sempre, ovunque e sempre cosi sara'. A seconda del contesto puoi cercare di ottenere certi obiettivi per vie differenti,ma il punto sempre quello resta. (chiedo venia se non si e' capito nulla ma sono discorsi che son difficili da sintetizzare e probabilmente neppure lo si dovrebbe fare)

Unknown ha detto...

Bella recensione.
Ero un Evafan della prima ora, ma man mano che proseguiva la serie mi sentivo preso in giro: alla fine l'introspezione psicologica diventa fine a se stessa e porta poco al progredire della storia. Il finale al di là dei problemi di budget (che Gainax non ha mai saputo gestire) è la dimostrazione che neanche loro sapevano bene come chiudere tutte le trame ed interrogativi aperti.

ron70 ha detto...

Ho rivisto dopo diversi anni la serie completa e i film e credo di poter sentenziare che si tratta del massimo capolavoro della storia dell'animazione.Le varie critiche che leggo mi sembrano dovute a palesi antipatie personali neanche vagamente celate.La serie+il film end of... mi sembrano chiarire (quasi) tutti i punti e la critica "non significa niente" mi sembra tipica di chi non capisce il senso di ciò che vede e ,per non ammetterlo,preferisce sparare a zero.Anche il continuare a ribadire le somiglianze con Ideon mi sembra una forzatura:dovrebbe essere chiaro a tutti che ogni artista nel realizzare le proprie opere rielabora idee di chi lo ha preceduto,in ogni campo dell'arte nessuno inventa niente.Anche l'idea di base del finale del film di Ideon Tomino l'ha rielaborata dalla Forza di Star wars.Non dico che eva debba piacere per forza ma le critiche mi sembrano superficiali o in mala fede.

Jacopo Mistè ha detto...

Da dov'è che Be Invoked avrebbe rielaborato il suo finale? O_O

Anche se Anno dice che Eva = DevilMan + Ideon, per me è semplicemente Gundam + Ideon: il primo per l'uscita dal proprio guscio dell'otaku che rappresenta il succo dell'intero discorso , il secondo per il finale che dai, è troppo una rielaborazione di Be Invoked. I punti di forza e originalità di Eva continuo a pensare che siano solo l'impianto cervellotico/psicologico (in parole cattive: l'ammasso di piagnistei e seghe mentali, che suonano fighi perché diretti da meraviglia e pieni di ruffianate filosofiche come il dilemma del porcospino).

È la tipica serie derivativa che come Eureka Seven ripropone milioni di cliché sapendo condirli bene.

ron70 ha detto...

Suvvia, la Forza teneva insieme tutte le cose nell'universo e Tomino ha espanso il concetto prima sui poteri newtype di Gundam(con i ragazzi che "sentono"i loro simili) e poi sul finale di Ideon...e non è certo l'unica cosa che Tomino ha ripreso da Star wars per non parlare delle innumerevoli trovate riprese in Gundam dalle prime serie robotiche.Anno ha ampliato ulteriormente l'idea di Ideon e l'ha resa ben più inquietante e ambigua.E cmq dovrebbe essere chiaro a tutti che ogni autore è derivativo da autori che l'hanno preceduto,in ogni campo.Il tuo continuare a citare il giudizio di Anno(Devilman+Ideon),con tutto il rispetto,indica una certa disperazione:qualunque musicista,pittore,scrittore,regista etc. ti citerebbe le sue influenze.Se poi Anno ha inserito simboli cristiani a caso per provocare gli otaku la mia stima nei suoi confronti aumenta dato che non prendo certo sul serio certe cose.

Jacopo Mistè ha detto...

Il quote era di Sadamoto, neanche di Anno (che cita solo Ideon), poco importa. Il succo è che mi sta bene essere derivativi quanto si vuole (del resto quasi tutti i Gundam post-1985 sono cloni di Z ma li apprezzo lo stesso), ma per me Eva, come Eureka Seven, è troppo, troppo poco originale, troppo banale e già visto e "mascherato" con la sua patina intelletuale/filosofica. Tutto qui. L'ho guardato con piacere ma chiusa lì, non mi sono mai entusiasmato avendo già visto prima le opere che omaggia/rielabora. Apprezzo giusto la sua morale anti-otaku, peccato che il suo pubblico di riferimento non lo riconoscerà mai.

Francamente, ammetto che possano esserci tranquillamente affinità tra Gundam e Star Wars (scenario spaziale, beam saber, cronistoria etc), ma certo non con la Forza e i Newtype (o peggio, Ideon). Non ci vedo nulla di simile, visto che hanno finalità diverse (il primo è più una cosa filosofica-new age, il secondo la personificazione di una nuova umanità che dovrà sostituire quella precedente che ha conosciuto la guerra - un po' come il Conan di Miyazaki).

ron70 ha detto...

Premetto che non avevo intenzione di far polemica nè tantomeno di sembrare il solito fan che si inalbera se gli tocchi l'idolo (atteggiamento infantile)ma solo di far notare alcuni pregiudizi verso la serie.Chiudo dicendo che l'influenza di Devilman è palese soprattutto per la fusione intima ragazzo/demone e per l'idea di una nuova razza che deve sostiuire la vecchia.Un'altra influenza con innumerevoli citazioni è la vecchia serie di Mazinga Z (soprattutto nei primi episodi).

Anonimo ha detto...

sono l'anonimo-senza-nick e rispondo a Federico Rosa:

> alla fine l'introspezione
> psicologica diventa fine a se
> stessa e porta poco al
> progredire della storia.

in realta' eva destruttura il tutto. la storia era giusto un pretesto per l'introspezione psicologica e l'analisi di personaggi "al limite".

> Il finale al di là dei problemi
> di budget (che Gainax non ha
> mai saputo gestire)

i soldi erano finirono, vero. ma perche'? perche' il lavoro precedentemente fatto per gli episodi 25 e 26 fu buttato a causa dell'intromissione della PTA che chiese e ottenne da TV Tokyo il potere di controllare le sceneggiature di Eva e censurarle. E cosi' fece...

> dimostrazione che neanche loro
> sapevano bene come chiudere
> tutte le trame ed interrogativi
> aperti.

il finale di eva e' stato concepito in itinere. o, meglio, e' cambiato rispetto a quello pensato inizialmente, che prevedeva solo 12 shito e la battaglia finale sulla luna. poi mentre anno sta realizzando il tutto qualcosa cambia... nuove idee gli si affacciano alla mente... e sappiamo com'e' finita. nel dettaglio, tutto e' cambiato quando finita la stesura dell'episodio 16 e' venuto in possesso di alcuni libri di psicologia.

Anonimo ha detto...

sono l'anonimo-senza-nick e rispondo a Jacopo Mistè:

> il quote era di Sadamoto,

secondo sadamoto l'influenza di ideon in eva viene da molto prima. in quelle interviste paragona la nerv alla nave Solo che combatte da sola contro l'umanità da una parte e il clan buff dall'altra, misteriosi robot che comunicano solo coi bambini e vanno spesso in berserk, ecc.

> per me è semplicemente Gundam +
> Ideon

"per te" vuol dire poco ^^
cmq nel '91 hanno dichiarava che i suoi anime preferiti erano in ordine: 1. yamato, 2. la prima serie di gundam, 3. cca, 4. ideon.

nel 2003 (rahxephon complete) diceva a izubuchi che uno degli obiettivi di anno fosse proprio di andare oltre gundam... e ammette lui stesso di non esserci riuscito.


> l'ammasso di piagnistei e seghe > mentali, che suonano fighi
> perché diretti da meraviglia

alla base di cio' che tu liquidi in questo modo vi e' il cuore della serie, ossia la comunicazione fra le persone. cioe' l'argomento che era gia' stato il cuore del primo gundam. e non dirmi "l'aveva gia' fatto tomino" perche' commetteresti un grossolano errore. amuro, per gli spettatori che seguivano gundam era "la nostra storia". lo stesso e' stato shinji per quanti seguivano evangelion 20 anni fa. e la societa' giapponese sembra non essersi ancora evoluta dal modello comportamentale di shinji ikari...

certe opere passano alla storia proprio in quanto i loro autori sono stati in grado di leggere e comprendere la societa'. stesso discorso vale per macross di kawamori, dato che hikaru ichijo e' proprio "anni '80"


> pieni di ruffianate filosofiche

ma queste ruffianate a chi diamine sarebbero state rivolte? agli otaku che una volta visti gli episodi 25 e 26 tv hanno iniziato ad odiare anno (arrivando anche a minacciarlo di morte!)?


> la tipica serie derivativa che > come Eureka Seven ripropone
> milioni di cliché sapendo
> condirli bene.

allora buttiamo dalla finestra anche Gunbuster perche' esordisce parodiando uno shojo come aAce wo nerae e Honneamise perche' riconducibile a macross. ah, anche nadia perche' derivativo di laputa. per non parlare di daicon iii e iv ^^'

e' un'argomentazione pretestuosa in quanto ignora deliberatamente che stiamo parlando di gainax, una ditta che sappiamo tutti come e' nata, perche' e quali obiettivi si poneva.


> per me Eva, come Eureka Seven,
> è troppo, troppo poco
> originale, troppo banale e già > visto e "mascherato" con la sua > patina intelletuale/filosofica.

gia' visto e banale? non puoi essere serio. sai anche tu che il mondo dell'animazione giapponese e' fortemente autoreferenziale.

inoltre e' certamente piu' facile inventarsi qualcosa negli anni '70, quando l'animazione giapponese e' nel suo punto massimo di creazione. (ma dopotutto nemmeno tomino creo' tutto di suo pugno, vedi heinlein...).

c'e' sempre riciclo, riproposizione, mediazione. quello che fa la differenza e' il punto di vista del regista di turno. per cui far diventare Eva una seduta di psicanalisi con tanto di shinji seduto su una sedia (non metaforicamente!) e' stato un colpo di genio. ma non perche' fosse una genialata la psicanalisi, ma per il senso di destrutturalizzazione generale.

tomino fa agire i suoi personaggi... e c'e' gia' tutto quando lalah chiede ad amuro perche' combatte... lui non ha famiglia, non ha una casa, non ha nulla (amuro rispondera' a fine serie). allo stesso modo anno e' partito dal "perche' piloti l'Eva", ma e' andato oltre. perche', perche', perche'.

> non mi sono mai entusiasmato
> avendo già visto prima le opere
> che omaggia/rielabora.

le omaggia esteriormente ma va oltre a livello di discorso e contenuti.

Jacopo Mistè ha detto...

"per te" vuol dire poco ^^

Beh certo, non ho la presunzione di dire che dico la verità, è solo un'impressione generale. Solo che mi stupisce trovarci dentro, a detta di Sadamoto, anche DevilMan, tutto qui.

"amuro, per gli spettatori che seguivano gundam era "la nostra storia". lo stesso e' stato shinji per quanti seguivano evangelion 20 anni fa. e la societa' giapponese sembra non essersi ancora evoluta dal modello comportamentale di shinji ikari..."

Ma alla fine, otaku era Amuro, otaku era Kamille e otaku è Shinji. E otaku sono parte (a volte rilevante, come nel caso di Eva) a cui si rivolgono sia Tomino che Anno. Il primo parla dell'argomento con la guerra, il secondo con l'introspezione psicologia. Ma siamo sempre lì, cambiano i mezzi.

"allora buttiamo dalla finestra anche Gunbuster perche' esordisce parodiando uno shojo come aAce wo nerae e Honneamise perche' riconducibile a macross. ah, anche nadia perche' derivativo di laputa."

Gunbuster parodizza giusto il primo ep di Ace wo nerae, poi prende una strada tutta sua ed è volutamente autoreferenziale, è praticamente un gioco. Honneamise non l'ho ancora visto, mentre Nadia per me è di gran lunga superiore a Laputa (caso raro di remake superiore all'originale). Comunque sì, niente da dire sul fatto che ogni cosa ricicla le altre, ma dev'essere anche per questo che dell'animazione attuale seguo pochissimo. Mi stufano i clichè dopo un certo punto.


"le omaggia esteriormente ma va oltre a livello di discorso e contenuti. "

Per me, no. Anche i contenuti e le morali sono le medesime. Cambiano i mezzi (imho ovviamente).

Anonimo ha detto...

sono l'anonimo-senza-nick e rispondo a Jacopo Mistè:

per quanto riguarda Devilman, c'era un intervista tra anno e nagai dove anno dice essere stato influenzato da devilman inconsciamente. cmq ammette che l'ispirazione visuale per l'eva e' venuta da devilman.... ma anche dal volto del mazinga z.
(artbook Devilman Tabulae Anatomicae Kaitaishinsho del 1999)

il resto vien da se, ad esempio il finale del manga di devilman e' sulla stessa linea del finale di eva cinematografico, che in realta' e' ancora piu' simile al finale del manga di grendizer di ota.

secondo me dai troppo peso all'originalita'. in fondo gli antichi greci avevano gia' narratto tutto il narrabile. la differenza sta nel come si racconta una storia.

cmq nadia e laputa hanno in comune solo il soggetto, lo sviluppo e' completamente differente. in nadia i cardini sono il rapporto uomo-scienza (come in gunbuster e eva) e il rapporto figlio-genitore (=crescita, come in gunbuster e eva), tutti tipici di hideaki anno.

ah, poi gunbuster cita puntualmente ideon in alcuni punti. ma anche getter, il tutto per scelta di anno. il finale invece lo ha voluto cosi' okada e le donnine le ha volute higuchi.

l'autoreferenzialita' e' tipica del media "animazione giapponese", da sempre e se si parla di gainax questo e' elevato all'ennesima potenza dato che gainax e' una ditta nata dagli otaku per soddisfare i desideri degli otaku.

la cosa interessante e' cha gainax non si ferma li' ma presenta anche contenuti che sono interessanti eccome. e sono anche innovativi rispetto alle opere del passato.

> Ma alla fine, otaku era Amuro,
> otaku era Kamille e otaku è
> Shinji. E otaku sono parte (a
> volte rilevante, come nel caso
> di Eva) a cui si rivolgono sia
> Tomino che Anno.
> Il primo parla dell'argomento
> con la guerra, il secondo con
> l'introspezione psicologia. Ma
> siamo sempre lì, cambiano i
> mezzi.

cambiano anche le epoche! gundam, macross ed eva sono riusciti a parlare ai ragazzi del loro tempo, per questo sono passati alla storia.

ah, la guerra in gundam per tomino e' funzionale tanto quanto robot giganti e angeli in eva per anno. al centro di tutto c'e' la comunicazione fra le persone vista dagli occhi del protagonista mentre la guerra e' una parte secondaria (tomino lo dice a chiare lettere nel roman album di gundam)

cmq tomino si e' sempre rivolto ai bambini, essendo l'animazione prodotta per i bambini (si stupirono tutti quando il primo gundam fu un successo tra gli universitari).

anno e' un otaku di prima generazione, con una formazione ben diversa da tomino (anno e' nato come animatore, tomino si e' trovato a fare animazione non potendo fare cinema). siamo molti anni dopo. anno e' nato lavorando a macross e nausicaa, per capirci. negli anni del "anime shin seiki sengen taikai"!

non dimenticare che l'animazione in giapponese e' universalmente considerato come un media per bambini o per ritardati (=otaku).
quando anno si guardava yamato a 14 anni i suoi genitori e i suoi amici gli rimproveravano il fatto che guardasse ancora anime, dicendogli che era ora di crescere.

alla fine gli anime li guardano solo gli otaku.

di cosa vuoi che parli l'animazione giapponese se non di questo?

Unknown ha detto...

Anonimo non condivido per niente:

-Analizzare i personaggi "al limite" non significa dimostrare che tutti siano degli insicuri adolescenti che non sanno gestire la situazione in cui si trovano; men che meno se quelli adulti sono militari addestrati e graduati. Non trovi?

-Che il budget fosse gestito con incompetenza si vede già dal terzo episodio: dove inizia un lavoro al risparmio sfrenato.
Dire che i problemi economici sono venuti alla fine signifca che abbiamo visto due serie diverse.
Piuttosto mi lamenterei dello spreco di soldi che è l'episodio 7: un filler con il robottone Jet Alone.


-Cambiare idea in corsa è sempre pericoloso.
A cui si somma un seocndo e più pericoloso problema: il fan che li copre di soldi comprando vhs\dvd\BR\merchandise è coinciso con quello che si ammazza di seghe mentali analizzando ogni fotogramma.
Il risultato è che si accumulano misteri in corsa (tutti fini a se stessi, un fanservice in pratica) e uscirne in modo decoroso non è facile.

Poi PTA o meno è innegabile che questo cambio ha creato un grossissimo problema di pianificazione: pur avendo i soldi e la libertà espressiva i 40 minuti di due episodi sono +palesemente+ insufficenti per chiudere in modo soddisfacente la storia.
Infatti End of ne dura 87 senza tempi morti.
...sempre prendendo per buono il fatto che quello fosse il finale scelto e non un altro cambio di idee.

Berserkelion ha detto...

"-Analizzare i personaggi "al limite" non significa dimostrare che tutti siano degli insicuri adolescenti che non sanno gestire la situazione in cui si trovano; men che meno se quelli adulti sono militari addestrati e graduati. Non trovi?"

No, visto che lo scopo di Anno è proprio questo: focalizzarsi sulle debolezze adolescenziali che albergavano in quella generazione a cui si rivolgeva, inquadrandone i problemi e i dubbi. Il pilotare l'Eva dei children come unico modo per stare in società suona come una critica alla società patriarcale del tempo, e ai giovani che trovavano nella sola tecnologia un modo per "relazionarsi", ma "falsamente".
Inoltre, nella serie nessuno ha un'addestramento militare di alcun tipo (se non alquanto sommario, come viene rivelato in EoE), visto che la Nerv prima era un centro di ricerca. Lo ha ribadito anche Anno in alcune interviste, quando diceva che Misato non è un militare, come tutta la Nerv.

Anonimo ha detto...

sono l'anonimo-senza-nick

> Tra le diverse edizioni home
> video, addirittura tre, quella da
> prendere è l'ultima edita da
> Dynit, la Platinum Edition, che
> non solo presenta il video
> migliore ma anche una doppia
> versione (standard e Director's
> Cut) per il segmento di episodi
> 21-24

bisogna ricordare che i dvd Platinum di Dynit presentano il video velocizzato del 4% rispetto all'originale, per via della conversione ntsc-pal, mentre nei dvd Dynamic questo non avveniva

parlando di contenuti, l'unica edizione corretta rimane quella vhs Dynamic.

la platinum/renewal presenta alcuni problemi: la saturazione dei colori che tradisce i croma originali della serie, il nuovo remix audio 5.1 che ha distrutto parte delle colonne e dei suoni originali e il fatto che nell'episodio 23' non vi siano in trasparenza le immagini del cosiddetto "Reiquarium".

speriamo che in un'eventuale edizione blu ray della serie, gainax decida di recuperare i master video originali della prima release laser disc e della prima edizione dvd giapponese.
(che non comprendevano le versioni 'televisive' degli episodi 21-24 e avevano gli episodi di EoE 'Air/Love is Destructive' e 'Magokoro wo Kimi ni/I Need You' appaiati agli ultimi due episodi tv con un montaggio seriale, con tanto di sigle di coda e le anticipazioni.
questo particolare)

Berserkelion ha detto...

" il nuovo remix audio 5.1 che ha distrutto parte delle colonne e dei suoni originali e il fatto che nell'episodio 23' non vi siano in trasparenza le immagini del cosiddetto "Reiquarium"."

Questo è strano. Perché avrebbero dovuto eliminare una parte del genere? Boh..
Nel 23 Renewal (a quanto ho capito dai booklet americani) è presente la sublime versione del combattimento contro Rei e Armisael, con la formazione del gigantesco "essere tutti gli Angeli", e che personalmente preferisco allo scialbo combattimento originale. Sarà che Thanatos in sottofondo è "gestita" meglio.. :)
La morte di Rei nella Renewal è straziante.

Io spererò sempre in una riedizione, qualunque essa sia!

Anonimo ha detto...

Neon Genesis Evangelion non è incompleto. Gli ultimi due episodi ("Un mondo che finisce" e "La bestia che gridò amore nel cuore del mondo") possono essere spiazzanti, certo, ma sono pura introspezione nei protagonisti (Shinji in particolare), che seguiamo attraverso le loro paturnie fino alla definitiva "guarigione psicologica", qualcosa che è totalmente inarrivabile dalla stragrande maggioranza dei cartoon, odierni o meno. Rappresentano una conclusione bella e coerente a ciò che EVA doveva essere. E francamente non posso credere che la gente preferisca quella scorreggina di EoE solo perché ti fanno vedere gli Evaseries e le tette di Rei...

Anonimo ha detto...

sinceramente, io se mi sento dire da un autore "otaku svegliati" replico con un "autore vai a quel paese" giusto per dirla in termini civili. un'opera davvero intellettuale e matura sa trascendere il giudizio e la volonta morali dell'autore che per forza di cose non potranno mai essere obiettivi e quindi dare vita, da soli, a una rappresentazione onesta.
Anno passa il tempo a farsi le pippe mentali per poi criticare in modo piuttosto immaturo e puerile i suoi compagni di merende... bella roba!!!

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto. Ma qesta recensione cringe, con tutta la sua irrazionale voglia di negare a tutti i costi l'artisticità, l'impatto e l'originalità di Eva, sa proprio di "OK, boomer". Mi dispiace, ma arrampicarsi sugli specchi e usare più bias di un antivax non diminuirà la straordinarietà di Eva. Deal with it. Si vede un certo lavoro di nozione, studio e quant'altro, ma dalle nozioni bisogna trarre qualcosa con buon senso. E questo manca, quando ci si vuole irrigidire sulle proprie posizioni e negare a tutti i costi la realtà. Ed è una cosa lunga anni. Contento tu, Jacopo. Rimani pure nel tuo angolino a negare la cosa e dire 'sopravvalutato, sopravvalutato'. Questo non cambia la verità.
Ti seguirò per le nozioni. Quelle sì che sono interessanti. Anche se fine a sé stesse. Ma a me piace anche imparare cose fini a sé.

Anonimo ha detto...

Diamine, la parte sui complimenti a cannarsi è invecchiata malissimo 🤣 un incapace presuntuosetto che è riuscito a rovinare il suo unico lavoro buono. Il merito dell'adattamento italiano di Evangelion semmai va tutto a Fabrizio Mazzotta, che si batté per tenerlo in piedi anche quando i suoi doppiatori non ne volevano più sapere di dire cose senza senso (il che già la dice lunga).

Il resto dell'articolo invece è invecchiato benissimo. Tutti i seguiti usciti successivamente, insieme ai vari spinoff AU versione shojo, ecchi e ce n'è pure uno versione detective (!!!), confermano quello che è sempre stato Evangelion: una commercialata travestita da intelluatala. Come i film di Christopher Nolan. La classica roba che la gente si guarda, non ci capisce nulla ma poi va a leggersi su Internet il significato e si convince di essere appena diventati dei grandi filosofi/cultori dell'arte perché guardano Evangelion...

La sola cosa che lo rende memorabile è appunto l'aspetto commerciale (l'aver definito lo stile dei 26 episodi, anche se ormai tale epoca è tramontata, visto che gli anime ormai gli fanno tutti di 12 episodi, l'aver salvato l'industria dalla bancarotta). Ma il fatto che i suoi unici meriti obiettivi siano di natura commerciale conferma quello che sto dicendo.

Non c'è niente di profondo o di artistico in Eva, è semplicemente l'autore che mette le sue seghe mentali di adolescente in animazione e le abbellisce con riferimenti esoterici a caso per farle sembrare più fighe. Lo fanno tutti gli anime ma almeno la maggior parte degli anime non ha la pretesa di insegnare il senso della vita...

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