mercoledì 8 giugno 2011

Recensione: Ken il guerriero

KEN IL GUERRIERO
Titolo originale: Seikimatsu Kyuuseishu Densetsu - Hokuto no Ken
Regia: Toyoo Ashida
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Buronson & Tetsuo Hara)
Sceneggiatura: Hiroshi Toda, Shozo Uehara, Tokio Tsuchiya, Toshiki Inoue, Yuho Hanazono, Yukiyoshi Ohashi
Character Design: Masami Suda
Musiche: Nozomi Aoki
Studio: Toei Animation
Formato: serie televisiva di 109 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1984 - 1987
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video

 
Siamo alla fine del ventesimo secolo: una terribile guerra atomica riduce la Terra a un arido deserto, dove per i sopravvissuti vige la legge del più forte e i deboli sono destinati a una brutta fine. In questo scenario desolato si staglia la figura di Kenshiro, ultimo erede della millenaria scuola di arti marziali assassine sotto il segno della costellazione dell'Orsa Maggiore, l'Hokuto Shinken. Ken è alla ricerca della sua donna, Julia, rapita dal perfido Shin, maestro della scuola rivale della Nanto Shinken...

Impossibile, in uno spazio la cui finalità è illustrare le più importanti produzioni animate giapponesi di tutti i tempi, non tributare il giusto riconoscimento a una serie televisiva di culto e di grandissima qualità come Ken il guerriero, entrata nell'immaginario collettivo anche presso gli animefan italiani. Hokuto no Ken (doppiamente traducibile come Il Pugno dell'Orsa Maggiore o Ken dell'Orsa Maggiore, banalizzato in Ken il guerriero in tutte le edizioni italiane) nasce originariamente sotto forma di manga nel 1983, dalla fervida fantasia di Buronson (testi, pseudonimo di Yoshiyuki Okamura) e Tetsuo Hara (disegni), coadiuvati dall'editor Nobuhiko Horie. Influenzato dal famosissimo film australiano Mad Max 2 (1981, in Italia Interceptor - Il guerriero della strada) come setting e abbigliamenti1, dai terribili Killing Fields cambogiani (visitati da Buronson) per l'estrema crudeltà delle atmosfere e delle situazioni2, e molto rappresentativo dell'aria che si respira negli anni '80 del XX secolo (il terrore della bomba atomica, l'estetica glam/punk/metal e il cinema di arti marziali e azione, questi ultimi due punti da inquadrare nelle fattezze degli scapestrati che infestano il mondo senza leggi di Kenshiro e da buoni e cattivi fisicamente e palesemente plasmati su Sylvester Stallone, Boy George, Arnold Schwarzenegger, etc.), il fumetto fin da subito si guadagna una immensa notorietà, diventando tra le più importanti colonne della casa editrice Shueisha, insieme a Captain Tsubasa (1981), Dragon Ball (1984), Saint Seiya (1985) e Le bizzarre avventure di JoJo (1986), regalando alla rivista Weekly Shounen Jump la vendita media di 6 milioni di copie settimanali3 - i tankobon arriveranno, in tempi recenti, a sforare la vendita in madrepatria di 60 milioni4. Quella che ha inizio come una banale storia di vendetta di Kenshiro verso Shin (un ordinario e linearissimo picchiaduro insomma), si evolve, poi, in un'epica epopea dai contorni lirici: abbattuto il rivale e persa la sua amata, Ken sceglie di utilizzare i suoi colpi assassini al servizio della civiltà umana, incamminandosi, come un messia, in un viaggio perennemente senza meta e fine per le lande desolate del suo mondo, per combattere le ingiustizie e le vessazioni che i deboli sopravvissuti quotidianamente subiscono dai prepotenti. Il suo è un cammino di redenzione e umanità dal sapore quasi cristologico, che lo porterà ad affrontare numerosi altri maestri di lotta delle scuole dell'Hokuto Shinken e della Nanto Shinken (alcuni destinati a diventare suoi amici, altri ostici avversari), fino, quindi, al momento di arginare le mire di dominio di diversi suoi familiari, maestri della medesima arte marziale e intenzionati a riportare l'ordine nel mondo instaurando una propria dittatura militare.

Diverse sono le ragioni del grande successo di Ken il guerriero, si possono giusto accennare in velocità. Di sicuro la prima è la connotazione adulta e matura della trama, nonostante l'opera fosse serializzata su una rivista per ragazzi: al di là delle polemiche, la storia è davvero molto violenta, crudele, tragica e particolarmente dura. Le arti marziali in essa praticate fanno letteralmente a pezzi l'avversario, facendolo esplodere dall'interno come un palloncino (le tecniche dell'Hokuto Shinken, che agiscono sollecitando determinati punti di pressione, o tsubo, del corpo umano) o tagliandolo esternamente come burro (quelle della Nanto Shinken). Viscere, arti smembrati, ossa spezzate ed esplosioni splatter garantiscono fin dal primo capitolo del fumetto una spettacolare patina grandguignolesca, e non sono lasciati all'immaginazione neanche stupri, schiavitù e violenze fisiche e psicologiche che vertono su vecchi, donne e bambini, esercitati con sadico piacere dai teppisti che vivono in questo terribile mondo di caos. Lo stesso Kenshiro, angelico coi deboli, rivela una così assoluta mancanza di pietà verso i suoi disumani avversari da arrivare a umiliarli in punto di morte, negando a essi la salvezza quando loro, attendendo con terrore il fatidico countdown di 3 secondi che porterà il loro corpo a esplodere, gli chiederanno inutilmente una seconda possibilità. Sono dettagli truci che, insieme allo sbandierato culto dell' "ordine della società" manifestato da diversi personaggi del cast, e all'idea di pochi uomini coraggiosi che si stagliano su una razza umana composta perlopiù da mediocri e pecore impaurite, porteranno diversi ambienti nostrani a bollare l'opera (più che altro l'anime, ben più conosciuto) come intrisa di fascismo: sebbene sia assai probabile che l'autore Buronson, proveniente dalle forze armate del Sol Levante5, un po' lo fosse davvero quando lo ha scritto, è indubbio che Ken il guerriero non sia solo violenza fine a sé stessa. Il suo creatore, disgustato in quegli anni dalle trasformazioni sociali che avvicinavano sempre più il Giappone alla società occidentale dell'immagine, impigrendo le coscienze, costruendo enormi grattacieli ovunque e sovrapponendo il Dio Denaro ai valori tipicamente giapponesi del Bushido, dimenticando quel periodo austero e diffile ma ricco di entusiasmo e voglia di fare che è stato l'immediato dopoguerra, riversa nel suo fumetto la sua disperata ricetta per un miglioramento della morale: la distruzione di tutto l'ordine costituito, e la rinascita6. Immagina uno scenario di violenza e caos che permetta di far riemergere presso gli uomini ideali virili come l'onore, l'amicizia, il cameratismo, il sacrificio, la lealtà e l'amore, oltre ovviamente all'ordine e alla Ragione di Stato: sono queste, del resto, le virtù e le ambizioni spesso perseguite e ricercate a costo della vita da eroi e antagonisti della trama.


Il vero tratto adulto della storia, ben più della forte violenza grafica, risiede infatti nella caratura morale che assumono i personaggi principali. Le lunghe peregrinazioni e le lotte di Kenshiro lo portano ad affrontare altri combattenti di altre scuole di lotta: diversi si uniscono a lui, altri lo osteggiano diventando letali avversari, ma tutti sono caratterizzati da una mirabile personalità, non ve ne è uno che non abbia forti motivazioni dietro alle sue azioni, per quanto crudeli possano essere. Che possa essere il riscatto per un passato doloroso, la realizzazione di un obiettivo nobile che richiede di spargere del sangue, la lotta per la dignità dei cari o la voluta immolazione in nome di un grande ideale, si può stare certi che in Ken il guerriero tutti i grandi personaggi buchino presto le pagine con una tridimensionalità e una profondità che ancora oggi sono state raramente eguagliate su Shounen Jump (e non per nulla, quando anni e anni dopo Tetsuo Hara disegnerà il prequel ufficiale, Ken il guerriero - Le origini del mito, praticamente identico all'originale in temi e narrazione, esso sarà pubblicato su una rivista per adulti). Sono così scolpite nella roccia figure immortali come Raoul, ambizioso e combattuto tiranno che cerca di giustificare le sue ambizioni personali con il ricostruire la società civile, non importa se al prezzo del terrore per tenerla unita; di Juza, grezzo donnaiolo che non vuole responsabilità nella vita ma accetta serenamente di morire per difendere un amore non ricambiato; di Rei che pur sapendolo affronta una battaglia che sa di non poter vincere per onorare un debito di amicizia, e di molti, davvero molti altri ancora, a formare un pantheon di personalità indimenticabili che si rendono promotori, in fase di morte, di insuperabili momenti lirici. Lo dirà chiaramente lo stesso Buronson, del resto, giusto per rimarcare il senso di spiritualità e filosofia che anima il suo fumetto (ma vale per quasi tutte le altre che sceneggerà, molto affini da questo punto di vista nelle sfumature di Bene e Male), che nella sua personale concezione della vita non importa tanto come si vive, ma il come si muore7. Anche da questo punto di vista si possono, se non "giustificare", quantomeno comprendere le leggendarie "redenzioni" dei suoi cattivi, questi momenti che vedono mostri psicopatici, sadici e spietati fino a qualche pagina prima pentirsi delle loro azioni negli ultimi istanti di vita, spesso attraverso flashback o dialoghi che tentano di ridimensionare l'entità dei loro crimini. Questi momenti di intimismo rappresentano la vera anima adulta di Ken il guerriero, facendo passare in secondo piano il truce aspetto splatter/gore della storia e il caratteristico "ATATATATATA!" urlato da Kenshiro che accompagna le raffiche di colpi con cui massacra migliaia di nemici (l'eroe è, come ufficialmente dichiarato, ispirato a Bruce Lee8) in una pioggia di sangue e arti smembrati. Ultimo, grande elemento di successo del fumetto è l'espressività dei disegni: il disegnatore Tetsuo Hara in quegli anni non è ancora nessuno e soffre addirittura di una deformazione oculare che gli impedisce di cogliere bene le proporzioni e le prospettive9, eppure può già permettersi un tratto realistico che, crescendo, lo porterà a diventare tra i più apprezzati e maniacali disegnatori del settore, insieme a Ryoichi Ikegami e pochi altri. Sua l'idea di enfatizzare gli stati d'animo dei personaggi disegnando i cattivi in modo orrorifico, volutamente gigantesco e sproporzionato, per comunicare il grado di minaccia, soggezione e paura.

I difetti ci sono, è innegabile, e come dice Buronson10 sono tutti rintracciabili nella stesura di una storia scritta (come quasi sempre accadeva con estenuanti ritmi settimanali di pubblicazione) improvvisando volta per volta senza idee chiare sul futuro, creando personaggi senza idea di come caratterizzarli o che ruolo dargli e inventandoseli dopo, modificando mano a mano l'intreccio con aggiunte a posteriori fino a creare contraddizioni con elementi del passato (più di una volta sceneggiatore e disegnatore non avranno davvero la minima idea di cosa inventarsi per proseguire il fumetto11). Eppure, il carisma degli attori è così straordinario, proporzionato al ritmo avvincente e trascinante della narrazione, che si passa sopra a tutto, scongiurando il ridicolo involontario che rischia di assumere talvolta la trama nei riguardi degli infiniti vincoli familiari che la costellano come fosse una telenovela (le gigantesche "famiglie" di Kenshiro e Julia, destinate ad ampliarsi sempre più per presentare nuovi rivali).

Si arriva, finalmente, all'anime del 1984, rititolato Seikimatsu Kyuuseishu Densetsu - Hokuto no Ken (La leggenda del messia della fine dei tempi - Il Pugno dell'Orsa Maggiore). È una classica produzione televisiva Toei Animation, che inizia un anno dopo l'inizio del manga e con quest'ultimo ancora in corso di serializzazione, dalle animazioni sufficienti (tuttavia destinate a migliorare, un po' per volta, nel tempo) e dai disegni spesso notevolmente diversi da un episodio all'altro perché affidati a filiali diverse dello studio (seppur rimanendo generalmente mediocri, il character design di Masami Suda semplifica davvero troppo i particolareggiati disegni di Hara). La regia è affidata a Toyoo Ashida, prima volta dietro a questa mansione, precedentemente noto, ironicamente, come character designer per personaggi dal tratto pulito, comico e solare (suoi quelli del 1981 di Dr.Slump & Arale e di Round Vernian Vifam nel 1983). Nella serie sono tuttavia ugualmente presenti gli embrioni del successone, che le doneranno un enorme, meritatissimo successo in madrepatria (indice di ascolto medio del 18%12). Tali elementi non possono che essere, ovviamente, gli stessi punti di forza del fumetto, riproposti e mantenuti, più alcune chicche che solo la magia dell'animazione può dare, tra una sfilza di opening, ending e insert song iconiche ed esaltanti e una indimenticabile colonna sonora a opera di Nozomi Aoki, con brani toccanti ed epicissimi capaci tutt'oggi di commuovere e lasciare il segno. I personaggi, poi, godono di ulteriore approfondimento grazie al maggior numero di puntate a disposizione per ritagliarsi i loro momenti di celebrità, sopperendo alla grande velocità di racconto del fumetto originale che talvolta li tratta in modo sbrigativo (basti pensare, ad esempio, alle figure del figlio di Shu e di Juza). Le differenze con il manga sono giusto l'invertito ordine cronologico dei fatti dei primi tre volumi (di importanza assolutamente insignificante), alcune minime aggiunte al cast e, specialmente, le curiose e leggendarie soluzioni visive utilizzate per riprodurre le scene di violenza.

Come oggi, anche all'epoca non era possibile mostrare su circuito televisivo le impressionanti scene gore del manga, e allora Toei, su suggerimento di Suda, opta per un modo molto scenico di realizzarle: colorare di bianco il sangue nelle cosiddette scene di "esplosioni corporee", raffigurandole sotto forma di sagome nere che esplodono su sfondo rosso, non tradendo la crudezza della scena ma neppure mostrandola esplicitamente13 e rendendola, così, ancora più spettacolare. Questo non servirà comunque a scongiurare critiche e lettere inferocite da parte dei genitori14, ma va dato atto a Toei di aver saputo resistere alle polemiche andando avanti per la sua strada, conscia della qualità della serie, per il bene di tutti coloro che, come lei, hanno saputo andare oltre l'iperviolenza (del resto, lo studio sapeva benissimo cosa rischiava fin dai primi tempi, quando ha presentato la serie agli sponsor in modo volutamente vago per non allarmarli, parlando giusto di Bene contro Male, arti marziali e ambientazioni post-apocalittiche15). Gli unici problemi davvero concreti della serie consistono in un certo numero di lungaggini e riempitivi, inventati per rallentare il ritmo e permettere al manga di prendersi avanti con la storia; che si tratti di filler (una quindicina in totale, particolarmente concentrati nell'iniziale saga di Shin) o di puntate riepilogative (davvero un numero enorme, di cui a un certo punto ben cinque di fila).


Ken il guerriero versione animata ha tutto ciò che rende indimenticabile il fumetto (o meglio il suo primo arco narrativo, quello che idealmente, secondo i creatori, doveva chiudere definitivamente la storia16), più la magnificenza della colonna sonora e la magia delle animazioni. Avvincente, commovente, profondo e di un'epicità senza pari: Ken il guerriero, come altri titoli prima e dopo di lui, inaugura a metà degli Ottanta il periodo delle trasposizioni animate da fumetti di successo, a cui si può dare la colpa, a posteriori, di aver tolto creatività e ispirazione agli staff nel creare cartoni animati dal soggetto originale. Tutto vero, ma al di là di questo sarebbe stato davvero triste se una storia così memorabile non avesse potuto essere condivisa con il maggior numero di persone possibili: da esaltazione assoluta e, giustamente, cult immortale.

L'edizione italiana di Ken il guerriero, a suo modo, non era pessima: nessuna censura visiva e un adattamento che, seppur estremamente impreciso, lasciava almeno inalterati i concetti fondamentali della storia, pur al costo dell'impiego di un numero veramente esiguo di doppiatori italiani (solo sei!!), la cui voce veniva riciclata per centinaia (letteralmente) di personaggi. Con la pubblicazione in DVD a opera di Yamato Video, i fan hanno finalmente l'occasione di gustarsi l'opera comprensiva di dialoghi fedeli (mediante sottotitoli) e tutte le opening, ending e insert song originali (eliminate, all'epoca, per fare spazio alle solite siglette in italiano).

Voto: 9 su 10

PREQUEL
Ken il guerriero: Le origini del mito (2006-2007; TV)

SIDE-STORY
Ken: La leggenda di Raoul il dominatore del cielo (2008; TV)
Ken il guerriero: La leggenda di Hokuto (2006; film)
Ken il guerriero: La leggenda di Julia (2007; OVA)
Ken il guerriero: La leggenda di Toki (2008; OVA)
Ken il guerriero: La leggenda di Raoul (2007; film)

SEQUEL
Ken il guerriero: La leggenda del vero salvatore (2008; film)
Ken il guerriero 2 (1987-1988; TV)
Ken il guerriero: La Trilogia (2003-2004; serie OVA)

ALTRO
Ken il guerriero: Il Film (1986; film)
DD Fist of the North Star (2011; TV)
DD Fist of the North Star (2013; TV)
DD Fist of the North Star II (2015; TV)
Fist of the North Star: Strawberry Flavour (2015; TV)


FONTI
1 Lunga intervista a Buronson in occasione del trentesimo anniversario della saga. Tradotta e pubblicata nel sito Hokutonoken.it in tre parti. https://199xhokutonoken.wordpress.com/2013/01/31/raccontando-hokuto-intervista-a-buronson-prima-parte/
2 Come sopra
3 Volume 4 di "Ken il guerriero", "Ken il guerriero, l'eroe controcorrente", d/visual, 2006
4 Sito web (giapponese), "Mangazenkan", http://www.mangazenkan.com/ranking/books-circulation.html
5 Vedere punto 3
6 Come sopra
7 Vedere punto 1
8 Intervista a Buronson realizzata all'Anime Expo 2004 ad Anaheim, riportata sul sito 199xHokutonoken e pubblicata alla pagina web https://199xhokutonoken.files.wordpress.com/2011/08/intervista-a-bronson-2004.pdf
9 Pagina web,  http://199xhokutonoken.wordpress.com/about-2/gli-autori/
10 Vedere punto 1
11 Come sopra
12 Francesco Prandoni, "Anime al cinema", Yamato Video, 1999, pag. 127
13 Vedere punto 3
14 Saburo Murakami, "Anime in TV", Yamato Video, 1998, pag. 88
15 Come sopra
16 Vedere punto 1

87 commenti:

www.animefan.it ha detto...

MA PER L'AMOR DI DIO!!!
Anime sopravvalutato come quasi tutti quelli degli anni 80. Sceneggiatura di una semplicità ridicola con dialoghi da camionisti ignoranti.
Si salvano solo i disegni.

6 di stima.

Simone Corà ha detto...

Anime sopravvalutati quegli degli anni 80? Ma parli sul serio?

Comunque, su, Ken è leggenda, per chi è cresciuto in una certa fascia d'età c'è poco da dire. Che il Mistè poi magari a volte si lasci un po' andare è un altro discorso, ma Ken rimane un must. :)

www.animefan.it ha detto...

@Simone
Gli anime degli anni 80 (quelli trasmessi in tv) erano quasi tutti shounen,(anime per adolescenti) Ken compreso.

Io sono dell'81, ho visto Ken molte volte, e, credimi, quando avevo 12 anni mi piaceva molto. Adesso lo giudico per quello che è, ovvero:un anime buono per un adolescente.

Non si può dargli 9 èh :)

Jacopo Mistè ha detto...

Mi sembra molto riduttivo ricondurre gli anni 80 agli shonen, sopratutto se per dire questo prendi a modello solo a quello che è passato sulle tv italiane, ossia le solite briciole dell'industria animata nipponica.

Gli anni 80 quanto a fioritura di talenti e sperimentazioni sono i stati i più importanti in assoluto della storia dell'animazione, hanno rappresentato una rivoluzione culturale. È stato il periodo dei grandi capolavori di Tomino e Takahashi, della nascita ed evoluzione stilistica dei più importanti chara e mecha designer (Kitazume, Yas, Nagano, Shioyama, Mikimoto, Hirano, Obari), della fioritura degli ova (eccezionali e originalissimi, sopratutto nei primi anni, a sperimentare le più ardite commistioni di generi con risultati spettacolari), dei più alti livelli mai raggiunti dell'animazione tradizionale (quella dei disegni a mano animati manualmente e senza orribile CG). È stato il periodo più figo e originale della Storia, veramente assurdo sintetizzarlo solo come Ken il guerriero, Saint Seiya etc.

Delle critiche che fai all'anime e alla mia rece me ne farò una ragione: è una serie d'azione quindi non cerco e NON VOGLIO dialoghi filosofici scritti da Kubrick. Ti lamenti del linguaggio scurrile? Basterebbe te lo vedessi in lingua originale e sottotitoli fedeli per dimenticarti delle invenzioni dell'adattamento italiano (che non dovrebbe MAI essere di riferimento per giudicare un anime). Poi, se non riscontri la grande profondità psicologica dei personaggi che costellano l'intera serie non so che dirti, mi spiace per te :) Io sì, ed è per questo che gli ho dato il voto alto che merita.

Jacopo Mistè ha detto...

Ah ultima cosa: shonen NON VUOL dire necessariamente che l'opera sia per adolescenti, è una classificazione tendenziosa che lascia il tempo che trova. Di SOLITO lo sono, ma che siano shonen o seinen dipende solo dalla rivista su cui è serializzato il manga d'origine, NON dal target. E infatti, visto il suo livello di violenza, pur essendo a conti fatti uno shonen Kenshiro è tutto fuorchè un fumetto per ragazzini.

www.animefan.it ha detto...

@Jacopo
Guarda che ti sbagli, ti confondi con gli anni 70.

So meglio di te cosa significa shonen, ma Ken è proprio uno shounen classico, non ha nessun contenuto e nessun approfondimento psicologico.
Proprio perché è platealmente violento è per adolescenti.

Jacopo Mistè ha detto...

Il mercato degli ova e tutti quegli artisti (esclusi Yas e Tomino) sono fioriti negli anni 80, non 70, non dire boiate. Gli anni 70 sono stato seminali e, sicuramente visti gli schemi narrativi tokusatsu particolarmente in voga in quell'epoca, tra i più datati e dimenticabili.
Questa nuova generazione è nata dalla rivoluzione di Macross, che sicuramente, conoscendo la tua spiccata intelligenza, conosci meglio di me. E visto che sei così acculturato sugli shonen, allora evita di dire cose false :) Non identificano il genere, ma la rivista su cui sono serializzati.

Sei l'unico al mondo che non riscontra approfondimenti psicologici su Kenshiro, buon per te. Mi accontento ugualmente del suo contenuto, sono di bocca larga, sono troppo ignorante per vedere i grandi contenuti psicologici di Eva o le strabilianti analisi sociologiche di Stand Alone Society.

Jacopo Mistè ha detto...

*non identificano il target, pardon

Anonimo ha detto...

"Sei l'unico al mondo che non riscontra approfondimenti psicologici su Kenshiro, buon per te. Mi accontento ugualmente del suo contenuto, sono di bocca larga, sono troppo ignorante per vedere i grandi contenuti psicologici di Eva o le strabilianti analisi sociologiche di Stand Alone Society."

Epic win man, epic win...

@animefan
Considerare gli anni 70 come periodo di massima fioritura artistica dell'animazione nipponica mi pare un' osservazione un pò forzata. Se si tiene conto dell'idea di anime come SCENEGGIATO TELEVISIVO ti si potrebbe pure dare ragione. Sono questi gli anni dei più grandi meisaku, i world masterpiece theather, dell'anime come prodotto da prima serata figlio di una ristretta cerchia di artigiani dalla stupefaciente meticolosità. Non si potevano permettere di "disegnare il movimento" come facevano gli americani della disney, perchè di puntate ne dovevano fare 50 e non un filmettino di ora e mezzo. E ancora le storie: classici della narrativa giapponese e internazionale, senza disdegnare i nuovi trend in fase di sviluppo (i mech su tutti). Non è un caso che i più celebri registi di animazione cinematografica (Miyazaki e co) abbiano fatto apprendistato in anni così, quando gli studi sembravano botteghe.
Di meriti ne hanno avuti tanti dunque, ma non quello di andare oltre. Bisognerà aspettare il successivo decennio perchè si crei un universo multiforme che prescinda dal "canone".
Di più non mi dilungo perchè il resto è già stato detto, aggiungo solo che su Ken conosco gente disposta a farci una tesi.
Il carciofo rosso

www.animefan.it ha detto...

@Jacopo
Guarda che le boiate le stai dicendo tu. gundam è del 79 e tutti i mecha successivi gli sono debitori in termini di maturità.

@anonimo
Visto che sei tanto preparato, dimmi una sola tematica veramente matura trattata in Kenshiro...

Jacopo Mistè ha detto...

Madonna santa sei proprio un genio tu, se reputi Gundam il primo robotico maturo Zambot 3 cos'era? A Gundam (che tralaltro, se si vogliono fare le pulci, è fatto proprio sul finire del decennio, tant'è che la sua trasmissione originale terminerà nel 1980) si deve l'idea di continuity portante tra gli episodi e di aver svezzato il genere dalle classificazioni di buoni vs cattivi, ma la rivoluzione che ha sconvolto tutto e che ha dato origine a ova, artisti famosi (tra cui le tue divinità Oshii e Anno) etc è stata quella ideata da Studio Nue e Kawamori.

Gli anni 70, come dice Carciofo rosso, sono quelli delle origini del formato animato, dei low budget imperanti, del tokusatsu. È negli anni 80 che verrà fuori la generazione di artisti che trasformerà l'industria animata in quella di oggi, con la rivoluzione culturale che porterà gli studios ad abbandonare per sempre gli stilemi e il modo di dirigere del linguaggio cinematografico per abbracciare quello "otaku" coniato da Macross incentrato su fanservice, personaggi dalle capigliature impossibili, robot mastodontici e dalle geometrie impossibili e quant'altro.

www.animefan.it ha detto...

Ah, dimenticavo:shounen non identifica un target in termini generali, perché il ragazzo Giapponese tende a maturare prima di quello occidentale. Identifica però una tipologia di prodotto, fatto di forza fisica manifestata in modo plateale e scarso contenuto.

Jacopo Mistè ha detto...

Lol l'hai inventata te sta cosa, adesso dimmi, tra Death Note, Bakuman, Captain Tsubasa e Ikkitousen chi è shonen e chi seinen, e spiegaci il perché alla luce della tua originale definizione.

www.animefan.it ha detto...

@Jacopo
Secondo me tu confondi popolarità con qualità.
Gli anime fatti per otaku sono molto commerciali, non mirano quasi mai a fare qualità.

Jacopo Mistè ha detto...

Guarda che il mondo non è in bianco e nero con tutta roba impegnata da una parte, bellissima, e tutta quella commerciale dall'altra, schifosa.
Tutto è fatto con fini commerciali, c'è solo chi non ha nulla da offrire se non fanservice e chi oltre ha quello ha anche contenuto.

Il tuo tanto amato Ghost in the Shell, ad esempio, è autoriale al massimo e fatto bene, ma porca troia se è un'operazione commerciale! Una semplificazione per il grande grande pubblico beota di un fumetto complicatissimo a livelli inumani. Idem Akira e centinaia di altre opere famosissime.

Non esiste che a 30 anni ancora si faccia gli alternativi etichettando come merda la roba commerciale. Specialmente se di questa "merda" molti titoli piacciono anche a te.

www.animefan.it ha detto...

Ovvio:Death Note è un seinen, perché tratta il tema della pena di morte, con svariate implicazioni etiche. Gli altri titoli che hai citato sono shounen, perché non trattano nulla di serio.

Poi non è sempre così, ma in generale è questa la differenza tra shounen e seinen.

Jacopo Mistè ha detto...

Death Note, Bakuman e Captain Tsubasa sono shonen. Non sono io che lo dico, è riportato sulla loro stessa copertina perché pubblicati tutti su Shonen Jump.

Ikkitousen è seinen, anche se il contenuto è 0 e sono solo mazzate.

Alla luce di questo, o ammetti che hai inventato arbitrariamente la definizione o dai la colpa a magistratura rossa, brigatisti, negri, Corà o chi vuoi tu.

Jacopo Mistè ha detto...

Non sto a commentare gli eventuali "contenuti" etici su Death Note, ognuno tragga le sue conclusioni.

Non siamo io o te che decidiamo cosa è shonen e cosa no, è DOVE SONO PUBBLICATI che lo determina. Per questo è SBAGLIATO definirli così pensando solo al loro genere o ai contenuti.

www.animefan.it ha detto...

Ma guarda che sono d'accordo con te!
Non ho mai pensato che commerciale sia sinonimo di merda, però ci sono dei limiti oggettivi.

Anonimo ha detto...

@animefan
Come se la morte nella sua forma più viscerale (sia nello spirito che nella carne) e la violenza come catarsi dello spirito (Aristotele docet) non fossero tematiche adulte già di loro... Andiamo su, non prendiamoci in giro, lo sappiamo tutti che c'è più filosofia nel Tenshō Hyakuretsu Ken (i 100 pugni devastanti dal cielo) di Toki che in una lezione di estetica la mattina del 10 giugno (ok forse qui andiamo sul personale ma il concetto è lo stesso!!!)XD.

Io non lo so se Hara avesse la minima idea di cosa stesse facendo. Se voleva fare uno shounen o altro. Sinceramente, non me ne importa. Credo piuttosto che sia meglio valutarla per il ruolo di archetipo che ha guadagnato negli anni. Non ci hai visto niente o non ti è piaciuto, vabbè non finirà il mondo, ma dubito che tu non sia mai incappato in una rece che ne sviscerava i contenuti più improbi o ne constatava l'impatto culturale.
Per cui respect e 9 di default.

Ancora una volta: Carciofo rosso.

Jacopo Mistè ha detto...

Carciofo, esigo il tuo contatto di msn o facebook!

www.animefan.it ha detto...

@anonimo
Guarda che non è se sparo 4 cazzate citando Aristotele in 5 minuti su 109 episodi faccio contenuto.

Il contenuto di un'opera visiva non può esulare dal contesto generale.

Jacopo Mistè ha detto...

Ma porca putt... qui non si parla di citazioni spicciole o cosa, si parla dei valori fondanti su cui si regge l'impalcatura dell'altresì semplice storia. È una serie totalmente action, ma analizza un mucchio di temi profondi come la sofferenza, l'amore, amicizia, il martirio, idealizzati in figure splendide e memorabili (Rei, Shu, Juza, Raoul...) che vivono sempre la loro vita nell'accezione più sacra e pura dell'eroismo. Senza contare riflessioni non banali evocate dalla storia, tipo il futuro che può avere una società allo sbando unificata dal terrore, i drammi interiori di un tiranno che per il bene della collettività deve essere spietato, etc etc.
A questo accompagniamoci infine una colonna sonora bellissima piena di temi gasanti e commoventi e il voto 9 è un diritto, non un regalo.

Anonimo ha detto...

@animefan
Non sono sicuro di aver capito il senso di quello che hai detto. Comunque contenuti e contesto in Ken sono praticamente la stessa cosa. L'armonia che c'è tra personaggi, trama, sottotrame e scenario qui dubito la troverai altrove.

@Jacopo
Cominciavo ad abituarmi alla mia veste di ortaggio anonimo color cremisi. Non so devo pensarci. Nel caso, su facebook aspettati una richiesta di amicizia da L.A.

DI NUOVO: Carciofo rosso.

www.animefan.it ha detto...

@Jacopo
Queste sono le solite paturnie Giapponesi appena accenate, senza il supporto di dialoghi adeguati.

Se ti piace tanto la filosofia guardati Kino no Tabi o Texhnolyze, poi mi racconti.

Simone Corà ha detto...

Credo comunque che non si possa fare questa distinzione così marcata citando opere autoriali come Texhnolyze, sono generi diversi e incomparabili, non possono essere accostati. La filosofia dietro a Kenshiro è qualcosa di più immediato, per quanto solenne, è frutto di un'impostazione semplice come semplice lo è di fondo l'intera serie, ma non è banale, non è stupida, è invece di gran spessore per quanto narrato nella storia. E' una filosofia pregna di onore, rispetto, amicizia, come diceva più su il Mistè, temi che sicuramente oggi non hanno più quell'impatto devastante che avevano negli anni Ottanta (e con un pubblico di allora quasi-adolescenti), ma è importante, importantissimo contestualizzare.

Mi sembra cerchi un po' di arrampicarti sugli specchi dopo l'agghiacciante sopravvalutazione che dài agli anni Ottanta, e qui è inutile ripetersi dato che sottoscrivo ogni singola parola detta dal Mistè e dal carciofo. La vera culla dell'animazione nipponica è in questo periodo, negarlo, non so, mi sembra addirittura incredibile.

www.animefan.it ha detto...

@Simone
A me sembra che siate voi ad arrampicarvi sugli specchi, e con fatica.

Nessuno dice che Kenshiro sia un anime stupido, semplicemente è ADOLESCENZIALE.
Gli anime che trattano di amicizia e onore sono una marea, proprio perché sono tematiche "facili", fruibili soprattutto dagli adolescenti.

Per quanto riguarda gli anni 80:in quel periodo si sono prodotti soprattutto shounen e majoko, c'erano delle eccezzioni, ma rimangono tali.

Spero di essere stato chiaro :)

Jacopo Mistè ha detto...

Ma ti rendi conto, animefan, che tu stai giudicano gli anni 80 da quello che è arrivato in Italia, ossia UN CAZZO?

www.animefan.it ha detto...

Fammi dei titoli che non siano da ragazzini a parte Una Tomba per le Lucciole, Akira e poco altro...

Anonimo ha detto...

LOL questa discussione non avrà mai fine!! XD

Un sempre più divertito (o forse no...): Carciofo rosso.

Jacopo Mistè ha detto...

La roba di Tomino, la roba di Ryousuke Takahashi, la roba di Takahata e Miyazaki (che a me sta pure sui coglioni, ma oggettivamente è un grande regista,)le CENTINAIA di ova di OGNI GENERE sfornati da OGNI STUDIO ANIMATO e che hanno visti coinvolti i più importanti nomi di sempre in ambito di regia, chara, mecha etc, sceneggiatura etc...Se ci limitamo alle semplice conta degli anime "cult" troviamo TUTTO nei soli anni 80.

www.animefan.it ha detto...

La "roba" non sono titoli...

Jacopo Mistè ha detto...

Opere degne di essere viste? Ti dico le prime che mi vengono in mente, neppure io sono riuscito a vederle tutte visto il numero incalcolabile di gemme che sono uscite in quel periodo.

Dougram, Layzner, Votoms, Ideon, Z Gundam, Contrattacco di Char, Gundam 0080, Megazone 23, Iczer-1, Dangaio, Do you remember Love?, Gunbuster, i vari progetti in cui sono stati coinvolti Otomo e Oshii, le ali di Honnemaise, Devilman OVA, Maison Ikkoku...

Anche gli ova narrativamente più scrausi avevano un'autorialità, per disegni, animazioni o regia, che QUALSIASI anime di oggi si sogna (sì sì, a parte Technolyxe, ovvio :D).
È stato il decennio delle sperimentazioni in ogni campo, il più artisticamente florido periodo che l'industria animata abbia mai conosciuto, sono emersi tantissimi talenti che hanno lavorato a ogni genere di progetti animati riversandovi tutta la loro arte.

Se per te queste opere con mecha sono infantili, o la forma meravigliosa senza molta sostanza di molti ova sono merda a prescindere, sono PROBLEMI TUOI.

Jacopo Mistè ha detto...

Anche Orange Road, va

www.animefan.it ha detto...

Gli unici titoli veramente adulti che hai citato sono Gundam e le ali di Hommenease. Tutto il resto è roba buona, ma niente di eccelso.

Jacopo Mistè ha detto...

Tutta roba che SICURAMENTE hai visto vero?

Va beh basta, ti ringrazio per tutti questi reply che hanno permesso al blog di salire di posizione su google, ma la mia pazienza non è infinita. Se vuoi giocare ancora hai un Corà tutto per te, basta che non fai piangere il Carciofo che poi non scrive più e non mi chiede l'amicizia su fb :(

Twinkle ha detto...

ahah scusate è da ieri che seguo la discussione, concordo totalmente con il pensiero del recensore. Gli anni '80 sono stati fondamentali per l'animazione giapponese.
Bella recensione cmq

Anonimo ha detto...

Oddio, Shounen negli anni '80? Direi che in quegli anni il prodotto più in voga erano gli animecha, ma soprattutto le serie majokko (in Giappone). Mi sembra che qui gli animi si scaldino facilmente, però dire che Hokuto no Ken è sopravvalutato, perchè è "nazionalpopolare" mi sembra la classica dichiarazione da pseudointellettuale spocchioso, di quelli che il caro Oscar Wilde prendeva sonoramente per i fondelli...e a ragione.

www.animefan.it ha detto...

Ken di Hokuto è sopravvalutato perché non esprime nulla di serio, non perché sia di tendenza.

E poi ci sono quelli che gli danno 9!

Anonimo ha detto...

@animefan: Non entro nel merito, perchè ho visto pochi episodi sparsi di Ken, però non trovo convincenti le tue affermazioni, soprattutto dopo aver letto, una certa frase che mi ha fatta veramente ribaltare: "perché il ragazzo Giapponese tende a maturare prima di quello occidentale". Scusa, ma in base a cosa affermi questo?

Anonimo ha detto...

Non esprime nulla di serio? E cosa dovrebbe esprimere? Valori socio-politico-pedagogici?
Guardai poco Ken perché, nonostante fossi un po' maschiaccio, era troppo violento, ma non ho il ricordo di un anime vuoto o privo di buoni insegnamenti e propositi, anzi! E non mi pare che i personaggi fossero così privi di spessore. L'unico difetto, per quel che mi riguardava, era l'eccesso di violenza. Ma, a ben pensarci, c'è di molto peggio.
eos75

www.animefan.it ha detto...

@Saretta
Leggiti "con gli occhi a mandorla"
@anonimo
Ma non è che sia vuoto, è molto approssimativo. Ci sono shounen molto miglior. Ad esempio Rocky Joe, oppure Harlock, almeno secondo me.

RyOGo ha detto...

Vediamo un po'...

animefan disse
>ci sono dei limiti oggettivi.

Bene, limiti oggettivi... e chi diavolo li ha decisi? E su quali criteri? Dove posso verificarli?
Si parla spesso di oggettività in un settore artistico, la più grande boiata che si possa scrivere.

Con gli occhi a mandorla?
Un libro pieno zeppo di errori, manco ho finito di leggerlo...

RyOGo ha detto...

Comunque, aggiungo tra gli anime anni '80 anche
Orguss
Golgo 13
Rocky Joe
Area 88
La Spada di Kamui
Legend of Galactic Heroes
Yura Tripper
Siamo in 11
Zillion
Crying Freeman
Urotsukidoji
Goku Midnigh Eye
Key the Metal Idol
Dominion Tank Police

E ho escluso appositamente Jenny la Tennista, Il Libro della Giungla, Bubblegum Crisis e molte altre cose altrimenti non la finisco più...

www.animefan.it ha detto...

@RYOGO
Sceneggiatura scarsa, dialoghi infantili e approssimazione generale sono limiti più che oggettivi; anche perché c'è di molto meglio.

Dei titoli che hai citato salvo solo LOGH e Rocky Joe (anni 70), tutto il resto è sopravvalutato.

Jacopo Mistè ha detto...

Non sono sopravvalutati, sei tu che NON LI HAI VISTI e ti secca ammetterlo, come nel caso della mia lista XD

www.animefan.it ha detto...

Li ho visti quasi tutti. Sei tu che non hai mai visto niente di Yuasa, Nakamura, Abe e Tezuka.

Anonimo ha detto...

A parte che la maturità di una persona è determinata dalle esperienze personali, più che dalla cultura di appartenenza, stiamo parlando di un libro che, da quanto ho letto, fa un'analisi sociologica di un target ben definito e non dei giapponesi a tutto tondo e comunque, il fatto che lo dica un libro, non è per questo la verità assoluta, non si basa su dati oggettivi. Da quel che so, Hokuto no Ken parla di sentimenti umani, di persone che si sacrificano per amore di altri, compagni o figli che siano, credo che certe cose siano più apprezzabili in età adulta, piuttosto che in età infantile o nell'adolescenza, quando l'esperienza con la morte e con i sentimenti più forti è ancora acerba. Ad ogni modo, sono d'accordo con RyOGo, quando dice che i giudizi su prodotti artistici sono meramente soggettivi. Il gusto è un fattore prettamente personale e nessuno può andare in giro dicendo "questo è uno schifo" o "questo è un capolavoro" come fossero assiomi. Cito un esempio: a me i quadri di Fontana non trasmettono nulla, mi sembrano solo la trovata di un furbone che ha avuto l'intuizione di fare una cosa mai sperimentata, c'è invece chi lo considera un genio. Questo discorso si estende a qualsiasi forma d'arte, animazione compresa.

RyOGo ha detto...

Quindi, se tu ritieni che Hokuto no Ken ha una sceneggiatura scarsa, approssimazione generale e dei dialoghi infantili, allora è un dato oggettivo e non un tuo parere?
Ma quanto sei arrogante a pensare di avere la verità in tasca?
Io come serie la conosco quasi a memoria, visto che mio fratello lo vedeva a ogni replica come oggi si fa con Dragon Ball...


Sceneggiatura scarsa in cosa? Dimmi in cosa non ti convince... dove s'era mai visto prima d'ora un protagonista buono a cui un amico gli rapisce la ragazza perchè plagiato da un fratellastro invidioso? Dai, visto che di anime ne hai visti così tanti mi potrai fare molti esempi antecedenti, visto che per te gli anni '70 sono il fiorire degli anime migliori...

Approssimazione generale, su cosa? Gli ambienti sono chiari, ci sono delle città cardini e dei luoghi ben precisi, non capisco cosa intendi...

Dialoghi infantili? A me non sembra, comunque la versione italiana è smorzata di molto, se non vuoi vederti i fansub inglesi che son facilissimi da reperire, puoi sempre dare un occhio al manga e verificare da te se dici il vero...


In ogni caso, confondere le tue opinioni personali con dati oggettivi ti rende ridicolo e senza credibilità, e visto che dici di aver visto quelle serie, dimmi per favore cosa ti ha colpito maggiormente di Gundam, Megazone 23 (trasmesso recentemente su MAN-GA, non te lo sarai perso, spero!), SPT Layzner e Maison Ikkoku...

www.animefan.it ha detto...

@Saretta
Sono assolutamente d'accordo. I gusti non si discutono. Però ci sono dei limiti. Uno spettatore non può essere del tutto passivo, altrimenti passa tutto, anche il grande fratello.

Non ho detto che Kenshiro faccia schifo, dico che è sopravvalutato; è molto diverso.

Jacopo Mistè ha detto...

@animefan: di Tezuka ho COMPRATO e letto diversi manga (in maiuscolo per differenziarmi da chi si definisce un appassionato e poi ha seri problemi legati all'acquisto di materiale originale), penso di conoscerlo un minimo.
Gli altri di fama sì, anche se ammetto che non ho ancora visto le loro opere importanti. Rimane da sè che sicuramente le visionerò, sia per recensirle che, semplicemente, perchè ogni lavoro degno di essere visto lo recupero sempre.

Non mi prendere per il culo dicendo che della mia lista l'unico capolavoro è Gundam e il resto è sopravvalutato, quasi tutti i titoli che ho scritto, nel loro genere, sono mitologici.

Non li hai visti e lo sappiamo bene entrambi, perchè ad esempio Layzner non è ancora stato reso disponibile in lingua comprensibile (a meno che tu non conosca il giapponese, cosa di cui dubito), Dougram è stato reso disponibile nella sola lingua inglese appena un paio di mesi fa e ha un numero spropositato di puntate che sicuramente non ti vedresti mai, etc.

www.animefan.it ha detto...

La sceneggiatura è estremamente semplice, sembra un B movie, e questo vale per la magior parte degli anime anni 80.

Gundam ha il pregio di essere molto realistico, non c'è un vero e proprio buono. Guardati qualcosa di Tezuka o Dezaki.

Jacopo Mistè ha detto...

Come se l'avere un soggetto semplice che si rifà ai b-movie di Bruce Lee debba essere per forza un aspetto negativo...

Jacopo Mistè ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RyOGo ha detto...

Questa è solo una tua opinione, non condivisa da gente che vide l'opera all'epoca e che l'ha vista recentemente per la prima volta.
Per dire queste immense stronzate sugli anime anni '80, ti sei fermato a Cyguard e Ai City e non hai proseguito oltre?

RyOGo ha detto...

Fatto sta che COME AL SOLITO (almeno notando i tuoi post qui e in altre recensioni) NON rispondi alle domande...
Mi hai già annoiato, non c'è gusto a "ragionare" con te...

www.animefan.it ha detto...

@Jacopo
Spendaccione :)
Ho che li ho visti QUASI tutti, e sono sicuro che non hai visto neanche LOGH.

www.animefan.it ha detto...

@RYOGO
Dai tuoi post si evince che la tua cultura è molto scarsa...

Jacopo Mistè ha detto...

LOGH ho visto la prima serie ova e i primi due film, devo ancora guardare la serie famosa famosa. Almeno lo ammetto, rispetto a te.

Hai visto Do you remember Love, Dougram, Ideon, Z Gundam etc? Facciamo che ti faccio domande chiave sui risvolti della loro trama e vediamo se sai rispondere? Tranquillo scherzo, non voglio umiliarti più di quanto tu ti sia già auto-umiliato, di fronte agli occhi miei e (sopratutto) degli altri.

RyOGo ha detto...

>@RYOGO
>Dai tuoi post si evince che la tua cultura è molto scarsa...

No, dai miei post si evincono delle domande a cui non rispondi perchè è la TUA cultura ad essere solo apparenza, altrimenti risponderesti...
Della mia cultura, vasta o meno, non se n'è fatta menzione, anche perchè non mi ritengo così arrogante da definirmi esperto, curioso semmai...

E quando mancano le argomentazioni, si comincia ad offendere, tipico di chi ha giocato tutte le sue carte in un dibattito che non sa affrontare...

Anonimo ha detto...

"Grande Fratello" mi sembra un esempio eccessivo, non è una trasmissione che a me piace, la considero un'idiozia bella e buona e i concorrenti sono da compatire, ma questa è la MIA opinione e non tutti la pensano come me (il fatto che sia la trasmissione più vista è un dato di fatto) e hanno tutto il diritto di non pensarla come me. Non per questo vado a dire agli altri che sono dei decerebrati che guardano TV spazzatura, perchè è il mio pensiero e si può condividere come no. Tu hai le tue idee, ma non sai difenderle, mi sembra che su questo punto ti abbia risposto già RyOGo in modo più che esauriente. Devi imparare a sostenere quel che affermi con esempi concreti e non con frasi buttate a caso e che lasciano intendere come unico argomento "E' così e basta, perchè lo dico io". Infine, offendere non è da persone intelligenti, quale tu ti consideri.

www.animefan.it ha detto...

@Jacopo
Fai pena e compassione...

Anonimo ha detto...

questa lunga discussione se non altro mi ha fatto venir voglia di guardare molti di questi anime storici, primo fra tutti Violence Jack dopo un approccio un po' così del passato (me ne spacciarono una versione fansubbata come hentai, non fu il massimo :-D)

Jacopo Mistè ha detto...

Qual è la differenza tra pena e compassione?

Jacopo Mistè ha detto...

E sopratutto, più pena o più compassione?

RyOGo ha detto...

E soprattutto, sa solo offendere.

www.animefan.it ha detto...

Più compassione direi, pena è troppo per uno che a 24 anni è convinto che i mecha siano roba matura.

Jacopo Mistè ha detto...

Se il tuo italiano è come la tua cultura anime capisco perchè non sai un cazzo. Lo sai, bimbo, che compassione e pietà sono sinonimi? XD

Se per te le serie mecha non sono mature amen, molta gente continuerà a farsi grasse risate alle tue spalle, me in primis, visto che è bello sparare giudizi senza aver visto niente di niente di niente.

Dal canto mio starei qui a giocherellare con te, la mia scimmietta preferita, per sempre: lo sai che grazie alle tue perle Anime Asteroid ha conosciuto uno dei periodi più stellari di sempre come visite? Hai pure fatto intervenire gente che non scriveva mai per il solo gusto di sputtanarti XD

D'altro canto biologicamente sei interessante: bimbiminkia di 30 anni non se ne vedono spesso in giro, sopratutto pseudo-appassionati che non sanno l'italiano, non sanno cosa vuol dire argomentare, non sanno cosa significa supportare gli artisti amati (bello scroccare anime senza pagarli, vero?), scrivono temini delle elementari come recensioni, gestiscono siti pieni di errori di punteggiatura e usano come avatar personaggi storici che non li rappresentano minimamente. Sei tutto ciò che di squisitamente trash ha un poser e per questo hai un fascino irripetibile, non riesco a pensare che ho seriamente pensato di bannarti quando ci hai garantito questo flusso costante e assoluto di visite :)

Io non starò più a leggere quello che scrivi, ma, TI PREGO, continua a rispondere :*

Te vojo bene

www.animefan.it ha detto...

Sei un bambino che si crede adulto (COME TUTTTI I NERD).

Anonimo ha detto...

E uno che discute con un "bambino" è un campione di maturità, invece. Mah, non ho mai visto una discussione sfociare in tanta bassezza.

RyOGo ha detto...

Il bambino qui sei tu, Animefan, che stai insultando qualcuno perchè la pensa diversamente da te.
Non hai dato spiegazioni di alcun tipo, hai saputo solo rispondere con insulti peggiori di quelli che sento da parte dei bambini di 8 anni, sostieni di conoscere molte cose ma non ne hai dimostrata mezza, quindi i casi sono tre:
1) Sei un troll, ti diverti così... e vabbè, cavoli tuoi se hai tempo da buttare in questo modo
2) Sei un integralista delle tue idee, e guai a chi la pensa diversamente... se è così, fatti una vita
3) Sei pazzo, fatti curare che hai già buttato nel cesso troppi anni.

Sei la dimostrazione che gli anime possono essere dannosi, e io prego che nessun sociologo da 4 soldi legga mai le tue farneticazioni, daresti materiale per farci considerare tutti come te, ovvero dei bambini cresciuti malissimo.

Sei la VERGOGNA degli appassionati di animazione, meglio essere dei nerd rispettosi delle idee altrui che degli imbecilli che sanno solo offendere chi la pensa diversamente.

www.animefan.it ha detto...

Io le mie idee le ho espresse civilmente, siete voi che non volete capire perché vi da fastidio che qualcuno critichi i vostri giocattoli.

Sono la vergogna degli appassionati? Può darsi; ma mi ritengo orgoglioso di pensare con la mia testa, e non come un gruppo di NERD che guardano il video a cervello spento.

Simone Corà ha detto...

Non è questione di criticare, è questione di ARGOMENTARE, che è ben diverso, cosa che non hai fatto nemmeno dopo precise domande che ti sono state poste.

Non ti piace Ken il guerriero, bene, nessun problema, ma non hai mai SPIEGATO cosa significhino effettivamente le tue critiche.

Perché?

Non ti piacciono gli anime degli anni 80, okay, ma non hai mai SPIEGATO perché li ritieni sopravvalutati.

Perché?

Hai detto che i mecha non sono roba matura, ma non hai SPIEGATO i motivi che ti portano a questa conclusione.

Perché?

Bene, e adesso torno a fissare con la bava alla bocca l'artbook di The Five Star Story. A me essere nerd piace.

Jacopo Mistè ha detto...

www.animecoso.it scrive

"Simone, comincio a pensare che voi NERD abbiate seri problemi di comprensione.
Ripeto per l'ultima volta:non è che non mi piaccia Kenshiro, lo ritengo un anime SOPRAVVALUTATO. Perché non tratta tematiche di spessore, ha una sceneggiatura SUPERFICIALE.

Lo stesso vale per i mecha (quasi tutti).
Negli anni 70, a mio avviso, c'era molta più originalità e autorialità."

Non inquiniamo altri post, questo basta e avanza.

RyOGo ha detto...

>Negli anni 70, a mio avviso, c'era molta più originalità e autorialità.

Sui mecha mica tanto, scoperta la formulina di Space Robot, tutti a copiare i robot componibili, scoperto come mescolarli col Tokusatsu tipo i Power Rangers, ecco che i robot si compongono di 5 mezzi, scoperto il colpo finale da Reideen, ecco che il colpo finale viene usato SEMPRE negli anime robotici, ad esclusione di poche eccezioni (Daimos usava i colpi di karate).
La varietà di situazioni? Scoperti i romanzi occidentale via di opere sugli orfani, fatto un cyborg della Tatsunoko eccone arrivare altri cloni (Muteking però era cool per ben altri motivi), le eccezioni le dava solo Matsumoto, con Harlock e Galaxy Express, per il resto... sì, Coccinella è atipico, ma fa anche schifo!

Sì, siamo nerd che non sanno distinguere una porcheria da un capolavoro perchè non la pensiamo come te... contento adesso?

(ma z@..o quanto è arrogante 'sto qua, si faccia una vita)

Unknown ha detto...

Rotlf per un attimo ho rivisto le discussioni sul "fascismo" insito nella serie (c'era un povero ragazzo con evidenti problemi che infestava youtube con ste cazzate)...

Anyway, aggiungo una cosa sulla recensione, strano vi sia sfuggita perchè di solito siete iper-analitici:

Dopo un pò che la serie animata prende piede, questo diventa il cartone televisivo forse meglio animato di tutti gli anni '80. Alcune puntate sono veramente superiori anche a molti OAV del periodo, basti vedere Cassandra o lo scontro Raoul-Juza. Purtroppo il passaggio televisivo non aiutava in fatto di qualità audio-video, ma Kenshiro non è stato (ed è) solo uno standard per le profondità narrative, bensì anche per il comparto tecnico. Sono lodevolissime anche le soluzioni di "sintesi" con cui muovendo due celle da pochi frame riuscivano a dare l'idea che ne mazzuolasse una sessantina alla volta :)

Ah: tutta la produzione recente è vergognosa. Ma vergognosa davvero. Non si può, con quelle che sono stat animazioni esemplari, rovinare un mito così. Lo hanno scomodato solo per farci i soldi, è l'unica spiegazione.

Jacopo Mistè ha detto...

Purtroppo devo dire che la versione animata di Kenshiro l'ho recensita a ricordi, in quanto l'ho vista tipo 3/4 volte quand'ero alle medie, scolpendomi nella mente le musiche e la storia ma poco altro. Ultimamente ho rivisto qualche episodio di sfuggita, ma evidentemente mi sono beccato le puntate tecnicamente peggiori visto che mi sembrano animate in modo "sufficiente" ma poco di più. Sarebbe bello riguardarselo un giorno interamente da capo, magari con i dvd Yamato...

Jacopo Mistè ha detto...

Dimenticavo: sinceramente non è che mi faccia schifo la "produzione recente", se ti riferisci alla pentalogia cinematografica, alla serie tv di Raoul etc. Tutta roba innocua e inutile ma niente, imho, di davvero orripilante. Poi i film della pentalogia li adoro anche solo per la OST della madonna della Kajiura, una commozione dietro l'altra :(

Anonimo ha detto...

Il compositore della serie tv è Nozomi Aoki, la Kodomo Band ha fatto solo un singolo se non erro :P

Jacopo Mistè ha detto...

Manco m'ero accorto dell'errore, grazie mille. :)

Anonimo ha detto...

animefan.it ha fatto tutti quei post soltanto perchè qualcuno andasse a visitare il suo sito è ovvio che è un troll, e anche insensibile tra l'altro.
mi limito solo a dire che non è concepibile non riscontrare profondità nei personaggi di Ken e non è possibile non ammettere la quantità di insegnamenti e citazioni che contiene. Vi capisco e avete fatto bene ad essere educati, io a uno così dopo il quarto commento che ha fatto lo avrei mandato AFFANCIULLO................

Jacopo Mistè ha detto...

Ti ringrazio per la comprensione. :) Altro davvero non c'è da aggiungere.

Rocket-Buddha ha detto...

www.animefan.it ha la spocchiosità e uno stile di scrittura talmente irritante che mi pare fin da subito che è solamente qui per trollare. E non sa nemmeno cosa vuol dire costruire un dialogo, ma solo sputare sentenze, in quanto dispensatore della verità unica e inequivocabile. Come fanno gli otaku (o nerd) della peggior specie.

Jacopo Mistè ha detto...

Lo hai inquadrato molto bene! :)

Sam ha detto...

Gli anni 80 sono stati un grande decennio artistico/creativo come pochi nella storia ( e non solo per gli anime, ma in generale per i film , libri fumetti, musica ecc... ) e questo è un fatto.
Basti vedere come l'industria dell' intrattenimento campa ancora oggi di rendita tirando ciclicamente fuori dalla naftalina i personaggi più famosi di quegli anni.
Tornado al discorso anime, se è vero che gli anni 80 sono stati il loro momento di maggior vivacità creativa, è ancor più vero che come tutti i periodi di massima gloria contenevano anche i germi della rovina imminente.
Mi riferisco agli OVA, che se all' inizio permettevano di sperimentare generi meno commerciali, hanno viziato gli addetti ai lavori a realizzare prodotti eccentrici e masturbatori ( a livello non solo fisico , ma mentale) che potessero piacere a un pubblico di nicchia.
Un modo di fare che ha portato a un divisione a tenuta stagna del lavoro , con le serie tv pian piano sempre più semplici e con meno voglia di osare ( sia narrativamente che artisticamente ) OVA sempre più eccentrici nei contenuti o pieni di sesso e violenza ( spesso degenerando nel cattivo gusto e pornografia esplicita , come Violence Jack ).
Mancava insomma il "media res" dei primi anni 80, dove si riusciva a far coincidere il marchio d'autore con le esigenze commerciali main stream ( uno su tutti è Lamù , ma penso anche a robotici come Ideon , Dunbine Gorg ).
Non è un caso che dopo questi eccessi , negli anni 90 l'animazione jap era ormai svuotata di tutto e si è dovuto aspettare Anno ed Eva perché la gente ricordasse come si facessero anime televisivi interessanti.

Bob ha detto...

Scusate proprio non ci riesco a leggermi tutta questa interminabile conversazione. Comunque sono d'accordo col Misté, Ken il guerriero è uno splendido anime ed ha un qual certo grado di maturità e di spessore. Io ci vedo un enorme spessore psicologico e drammaticità in molti personaggi. Ma è indubbio che abbia anche elementi infantili o approssimativi come la maggior parte degli anime, soprattutto dell epoca. Si vede che in qualche modo è rivolto ad un pubblico giovane, non dico di bambini o ragazzini necessariamente (come si tendeva a pensare di tutti i cartoni giapponesi qui in italia in maniera preconcetta fino a 10-15 anni fa) ma quanto meno di adolescenti. Ma lo fa in un modo strano, ibrido che è tipico di molti anime e manga. Cioé è a tratti maturo ed a tratti infantile.. sembra un pò un opera concepita da adulti con passione e per piacere a loro stessi (soprattutto il manga) ma con l intento commerciale di fare ascolti fra i ragazzi. Il che non è necessariamente penalizzante. Certo ci sono molte ingenuità e pecche tecniche, è molto discontinuo, alcune puntate sono realizzate magnificamente, altre sono quasi inguardabili, ma nel complesso è uno splendido anime, apprezzabile da chiunque anche da un 40enne se riesce ad andare oltre la patina di ingenuità da cartone per ragazzi (è chiaro che se io oggi vedessi Ken il guerriero per la prima volta riderei di molte cose, ma alla fine lo apprezzerei comunque). Anche in Lady Oscar ci sono questi elementi, è palese che alcune cose siano progettate per i ragazzi, lo capisci da cio che dice la voce narrante da come riassume il quadro e gli eventi storici, dalla semplificazione di alcuni eventi, ma nel complesso è comunque un opera magnifica che è sprecata se relegata ad un pubblico non maturo. Persino Maison Ikkoku ha elementi infantili sebbene il manga (che io non ho letto... magari è piu maturo del anime) fosse uscito su una rivista seinen. C'è una certa dose di Naif in molti, quasi tutti gli anime e manga ma se gestita bene puo essere anche una caratteristica positiva. Anche nell arte esiste il naif. Comunque non capisco bene perche diciate che glil anime degli anni 60 e 70 erano piu infantili, Ashita no Joe per esempio a me sembra ben piu duro e maturo di Ken il guerriero, e parliamo di anime del 1971!!

P.S. Non so se salta all occhio di chi magari non conosce molto il mondo delle arti marziali ma Ken il guerriero presenta (e l'ho notato da adulto dopo essermi avvicinato al Qi gong e alle discipline orientali) delle notevoli cognizioni che riguardano la mitologia, la filosofia e fisiologia delle arti marziali cinesi e delle tecniche esoterico-mediche, cose che sono ed erano abbastanza sconosciute in occidente. Intanto c'è una notevole documentazione sulle arti marziali cinesi da cui sono prese (rielaborandole) le tecniche delle varie arti marziali fittizie di Nanto, Hokuto etc. anche i teatrali nomi che avevano ricalcano i nomi altisonanti e poetici di molti stili di kung fu, ed il legame con l astrologia e l influenza delle costellazioni deriva dal sistema medico-filosofico-spirituale cinese. Tutte le tecniche di hokuto shinken e nanto trovano spiegazione nelle credenze marziali sul Qi e sul sistema dei meridiani, sull uso (probabilmente mai documentato) dei punti dell acupressione a fini offensivi del TaiJi (da cui nasce la leggenda del Dim Mak) e sull uso che i monaci shaolin dicono di fare del Qi per rendere parti del corpo dure come l acciaio a fini difensivi (hokuto) e offensivi (Nanto). Viste in quest'ottica le tecniche marziali dell anime risultano a mio avviso meno inverosimili e sanno meno di pagliacciata infantile.

Elfoscuro ha detto...

Beh definire "sigletta" la opening italiana di Ken mi sembra solo un assolutismo..

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