lunedì 6 settembre 2010

Recensione: Devil May Cry

DEVIL MAY CRY
Titolo originale: Devil May Cry
Regia: Shin Itagaki
Soggetto: (basato sul videogioco originale di Capcom)
Sceneggiatura: Toshiki Inoue
Character Design: Hisashi Abe
Beast Design: Yutaka Minowa
Musiche: rungran (Aimee B, Gabriele Roberto, Giacomo Puccini, Hiroaki Tsutsumi, JETBIKINI, Kenji Fujii, Rin Oikawa, Shigekazu Aida, Suble e Takeshi Hama)
Studio: Mad House
Formato: serie televisiva di 12 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2007
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Yamato Video



Il taciturno Dante è un potentissimo cacciatore di demoni, figlio del leggendario eroe demoniaco Sparda. Gestisce la Devil May Cry, agenzia specializzata nell'uccisione di mostri, e i lavori glieli fornisce il fido aiutante Morrison. Assisteremo ad alcune delle sue avventure, svariate delle quali accomunate dalle trame del misterioso demone Sid...

Ha i capelli bianchi e indossa un lungo trench rosso. Ha un fisico asciutto, ma è in grado di portare sulla schiena uno spadone quasi più grande di lui e maneggiarlo con facilità. Parla poco, ma quando proferisce parola sono epiche spacconate. Infine, quando è in azione, non solo sventra centinaia di creature vomitate dall'inferno con la lama, ma compie anche balzi prodigiosi da un lato all'altro dell'arena sparando centinaia di proiettili con la sua inseparabile coppia di pistole Ebony e Ivory, il tutto con la nonchalance di un ragioniere. La genesi di Dante, sterminatore di mostri a lui volta mezzo-demone e dotato di poteri bestiali, risale ai tempi di una prima versione di quello che sarebbe poi diventato il videogioco Resident Evil 4 (2005), quando il regista Hideki Kamiya lo fa protagonista in quello che è un capitolo decisamente atipico nella saga, estremamente focalizzato sull'azione, su un gameplay stiloso e pieno di combo dalla colonna sonora metal, sulle telecamere dinamiche e su ambientazioni goticheggianti, più che sulla risoluzione di enigmi e l'esplorazione che da sempre hanno contraddistinto il franchise. Il produttore Shinji Mikami però ritiene (a ragione) che il gioco non è più neanche vagamente accostabile a quelli usciti fino a quel momento: convince quindi Kamiya e il resto dello staff a trasformarlo in quel qualcos'altro che infine prenderà forma, nel 2001, nella hit Devil May Cry1, episodio uno di quella che sarà una delle più rappresentative serie Capcom del nuovo millennio. Devil May Cry, ossia il nome dell'agenzia fondata dall'eroe, specializzata in casi di uccisione dei demoni che allegramente scorrazzano nel nostro mondo molestando gli umani. Basta pagare e Dante elimina qualsiasi minaccia. Grazie alle eccellenti vendite della trilogia videoludica apparsa su PlayStation2 (circa 6 milioni totali in tutto il mondo2), Dante, col suo bruciante, strafottente carisma (pesantemente ispirato, come personalità, al mitico Cobra del manga omonimo di Buichi Terasawa3) diventa immediatamente una delle più famose icone della recente Storia dei videogiochi, entrando di prepotenza nel crepuscolo degli eroi insieme a Lara Croft, Super Mario, Sonic e Solid Snake. Dopo il terzo episodio, Dante's Awakening (2005), mentre il quarto è in lavorazione per PlayStation3 e XBox360, Capcom decide che i tempi sono maturi per ampliare il franchise con nuovi media. Dopo videogiochi, light novel e manga, nel 2007 arriva l'anime televisivo.

Produzione Mad House, ancora gettonatissima dopo Death Note (2006), e dalla storia del quaderno della morte proviene anche lo stesso sceneggiatore Toshiki Inoue: supervisiona scrupolosamente la stessa Capcom attraverso Hiroyuki Kobayashi, che scrive il "soggetto" della storia e dice allo staff cosa può essere messo nel mondo di Devil May Cry e cosa no4 (nessuna tecnologia recente come i cellulari, ad esempio, dato che tutto è ancorato all'analogico come in-game5), e l'aiuto sceneggiatore Bingo Morihashi, che già ha lavorato sugli script dei capitoli 2, 3 e 4. Le quotazioni per una gran serie, da parte di pletore di fan, salgono, ma, tristemente, Devil May Cry anime si risolverà, abbastanza  prevedibilmente, nel fallimento (una saga fondata su un supremo gameplay hack 'n' slash che annichilisce trame esilissime, come può rivivere degnamente in TV perdendo la magia dell'interattività?): inguardabile per chi non ha mai preso in mano il joypad Sony, appena accettabile per chi adora il protagonista. Problema irrisolvibile: la debolezza narrativa. Dieci episodi autoconclusivi di qualità tendenzialmente mediocre, più due che tentano pretestuosamente di ricamarci sopra una storia e una continuity per arrivare allo scontro finale con un certo boss. Visto che i giochi seguono bene o male delle trame ad ampio respiro (legate ai risvolti familiari delle battaglie di Dante, concernenti gli antichi nemici di suo padre e i piani del malvagio fratello Vergil) slegate dalle attività dell'agenzia da cui parte sempre e solo l'incipit di partenza, la serie è strutturata in modo da focalizzarsi proprio sulle indagini volta per volta commissionate a Dante dal cliente di turno, che permettono di raccontare anche, come auspica Koyashi, la sua vita quotidiana e privata, difficilmente coniugabile col media videoludico6. Niente di epico quindi, solo ordinaria routine lavorativa per l'ammazzamostri.

A discolpa della produzione, bisogna dire che in Devil May Cry anime il mito di Dante non viene mai meno. Anche troppo. Lui è sempre tenebroso e forte come un toro. Come nel videogioco spara e sbudella demoni acrobaticamente, con tonnellate di effetti splatter accompagnati dalle sterzate heavy della potente colonna sonora. Non mancano neppure Lady e Trish, due bellezze mozzafiato, abili pistolere (fedelissime alla filosofia del Girls with Guns, giustamente alla guida di roboanti moto), provenienti dagli episodi 1 e 3 del videogioco e qui in ruoli di tutto rispetto, attive nella storia in veste di comprimari ("ritengo che si sia concretizzato uno dei sogni dei fan" dice Kobayashi in merito7, ma sarà vero?). Questo fanservice però non basta a fare una serie lodevole. Non sono sufficienti neanche il tenebroso, ombreggiato e fighettoso aspetto visivo, ripreso da Death Note, l'epica sigla di apertura strumentale e le eccellenti animazioni nei momenti di azione concitata.


Vedere la versione animata di Devil May Cry significa semplicemente annoiarsi nelle 12 puntate che la compongono, interpretate da un Dante più silenzioso e lugubre del solito (del resto, come fa ad esaltarsi senza boss spaccaossa da affrontare?) che partecipa annoiato a ogni missione, perdendosi in chiacchiere e frustranti investigazioni per 3/4 del tempo e trucidando il mostro di turno, scoperto nel finire dell'episodio, in pochi secondi grazie alla sua potenza sovraumana. Proprio per la natura episodica e innocua della storia, che non vuole volutamente raccontare qualcosa di interessante, manca un qualsiasi antagonista degno di reputarsi tale, un nemico capace di scomodare l'eroe portandolo a combattere a costo della vita regalando un po' di pathos, e allo stesso modo anche i comprimari che appaiono di volta in volta sono di una piattezza disarmante, servendo giusto allo scopo della vicenda del giorno per poi eclissarsi. Del tutto inutile poi la "mascotte" qui inaugurata e che gestirà l'agenzia in assenza di Dante, la piccola Patty Rowell, neanche citata nel capitolo successivo. Quella che abbiamo in quest'occasione è solo una sfilza di episodi svogliati (ma molto ben disegnati) che si interessano alla celebrazione totale del protagonista dal punto di vista delle semplici capacità atletiche. Se, per finire, addirittura lo scontro conclusivo col tremendo Abigail si risolve in un secondo, allora si capisce bene come Capcom e Mad House neanche pensavano seriamente a ciò che stavano creando: quando mai si è vista una serie action con il protagonista spudoratamente superiore a qualsiasi avversario, perfino quello finale?

Il Devil May Cry animato è una produzione consigliabile unicamente ai fan del gioco, gli unici che forse - e non è neanche detto - riusciranno ad apprezzare le nuove avventure di Dante, gli "imprescindibili" collegamenti di questa produzione con i giochi e le nuove rivelazioni di "vitale importanza" sul personaggio che arricchiscono il suo già superficiale background (va matto per la pizza e gli strawberry sundae! Ah però!). Gli altri volgano decisamente lo sguardo altrove, dando ragione all'assoluta freddezza con cui la serie è stata accolta nel mondo.

Voto: 5,5 su 10


FONTI
1 Lo sviluppo del videogioco e del personaggio di Dante sono trattati sulla pagina di Wikipedia inglese di "Resident Evil 4" alla voce "Scrapped Versions". Le fonti principali sono abbondantemente riportate e si tratta di testi e link rigorosamente in giapponese. La fonte in lingua occidentale che riassume abbastanza bene il tutto consiste in un'intervista al produttore Shinji Mikami che a grandi linee spiega la nascita di "Devil May Cry". Essa è riassunta alla pagina web http://www.ign.com/articles/2001/05/17/e3-2001-interview-with-shinji-mikami
2 Pagina ufficiale CAPCOM, lista dei giochi dalle maggiori vendite in assoluto con tanto di cifre ufficiali: http://www.capcom.co.jp/ir/english/finance/million.html
3 Intervista a Hideki Kamiya pubblicata in Giappone sulla "Devil May Cry Graphic Edition" (Kadokawa Shoten, 2001), tradotta in inglese alla pagina web https://web.archive.org/web/20070928065052/http://www.survivhor.com/morbidcreations/dmc_behind/int_hideki/dmc_int_hideki_3.htm
4 Booklet allegato al DVD/BD Box di "Devil May Cry" (Yamato Video, 2010), "Intervista allo staff: Hiroyuki Kobayashi", pag. 1-2
5 Come sopra, a pag. 2
6 Vedere punto 4, a pag. 1
7 Vedere punto 4

3 commenti:

Sara ha detto...

E' un vero peccato. Pensare che Dante è uno dei miei personaggi preferiti. Non poter gustare gli scontri spettacolari che si vedono nel gioco anche nell'anime è proprio deludente. Oltretutto il filo conduttore di tutti gli episodi è quasi ridicolo. Ho voluto dargli una chance, ma la visione mi ha lasciato decisamente l'amaro in bocca.

Davide ha detto...

credo ci sia una incongruenza, il primo videogioco di Devil may cry e' uscito molto prima rispetto a Resident evil 4... non mi sembra probabile che Dante arrivi da RE4 quindi

Elfoscuro ha detto...

Peccato un occasione persa, anche se si avvale di un apparato tecnico niente male. Dai io la ragazzina gli darei una chance, certe trame risultano un filo interessanti come quello del poker. Ci sta pure un italiano alle composizioni della serie. Ah si gran cast di doppiaggio italiano

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